“Le pene alternative alla detenzione liberano il Paese dalla alternativa libertà/carcere, tra la libertà e il carcere ci sono delle pene alternative che sono tagliate espressamente sul singolo reato e sul singolo soggetto a dimostrazione che la pena deve andare sull’uomo non contro l’uomo, deve essere capace di restituire all’uomo quella dignità che anche un errore può aver causato, ma la restituzione di quella dignità noi riteniamo a norma di Costituzione che debba essere uno dei nostri principali obiettivi”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto intervenendo al Congresso internazionale dei ministri della Giustizia “No justice without life”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio contro la pena di morte.

Pene alternative, ridare dignità al condannato. Sono concetti importanti, alla base di una società civile e che tuteli, come legge prevede, i diritti degli uomini. Di tutti gli uomini. Soprattutto di quelli che hanno più bisogno di una mano tesa, di una seconda possibilità, degli ultimi, dei detenuti. Sono concetti sacrosanti, il rischio è che restino solo idee, parole, buoni propositi e niente più.

“Tra obiettivi principali, c’è la restituzione dignità al condannato – ha spiegato Sisto – È essenziale promuovere la consapevolezza, attraverso il dibattito, sugli effetti reali della pena di morte sulle persone condannate a morte, a volte ingiustamente, sulle loro famiglie e sulla società, sono aspetti spesso asimmetrici, aspetti ingiusti, nascosti, che colpiscono i più vulnerabili, i più poveri, le donne, gli emarginati. Il dibattito attorno a queste problematiche – ha aggiunto – deve essere stimolato anche intorno alle cosiddette misure alternative, il ministero della Giustizia italiano è fortemente impegnato, noi lo abbiamo scritto recentissimamente in una riforma ispirata dal Pnrr e dall’Europa, le pene alternative alla detenzione liberano il Paese dalla alternativa libertà/carcere”.

Il carcere non può essere l’ultima soluzione, soprattutto non così com’è concepito oggi. Punitivo e lesivo dei diritti umani. Della Costituzione. E soprattutto, non possono rimanere solo belle idee.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.