Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri continua a parlare. In un’intervista del 28 giugno scorso a Parma ha trattato diversi argomenti, tutti riportati sulle pagine del Fatto Quotidiano. Dalle intercettazioni, ai rischi per i sindaci, dalla credibilità della magistratura alla legalizzazione delle droghe. Gratteri spiega tutte le sue emblematiche posizioni in merito.

I sindaci e la paura della firma

“Si dice che i sindaci non si candidano perché hanno paura della firma. Intanto, il sindaco non firma, il sindaco delibera e poi, se fa l’atto falso, lo fa il funzionario dipendente dal sindaco, che è una cosa diversa”, afferma il procuratore Gratteri. “Diciamo che vogliamo avere mani libere senza controllo, perché se un sindaco ha dei dubbi sulla legittimità di un atto prima di deliberare, nella stanza a fianco c’è il segretario comunale che è uno specialista in diritto amministrativo. Poi, se ha ancora dei dubbi, può andare in Prefettura“.

La polizia migliore del mondo

Sullo stato delle nostre forze dell’ordine, Gratteri attacca la politica: “Non siamo più la migliore polizia al mondo, perché chi ci ha governato negli ultimi anni non ha investito in tecnologia in formazione, in assunzioni. Mancano 18mila uomini nella penitenziaria, 9mila finanzieri, 20mila poliziotti e carabinieri. Ma anche se noi avessimo la bacchetta magica e i soldi per assumere tutto questo personale, non risolveremmo comunque il problema perché oggi c’è bisogno di personale specializzato ingegneri informatici, hacker buoni per contrastare la punta avanzata delle mafie“.

Gratteri e le intercettazioni come investimento

Poi il passaggio sulle intercettazioni, che Gratteri difende a spada tratta: “Si dice che per le intercettazioni ogni anno si spendono tra i 160 e i 180 milioni. Allora: in un solo giorno il mio ufficio ha sequestrato 280 milioni di Bitcoin che abbiamo trasformato in euro. E sono entrati subito nella cassa del ministero della Giustizia e quindi immediatamente spendibili. Una sola operazione e ci siamo pagati le intercettazioni delle procure di tutta Italia per un anno e mezzo. Ieri abbiamo sequestrato in banconote 500 milioni. Quindi ieri ci siamo pagati tre anni di intercettazioni. A me pare che se il problema sono le intercettazioni, mi pare un investimento, il veicolo, il mezzo più economico per fare cassa, per fare soldi da parte dello Stato”.

Gratteri e la legalizzazione della droga

Nell’intervista fiume, il procuratore si sofferma anche sulla possibile legalizzazione delle sostanze stupefacenti. Uno scenario inconcepibile per lui. Per questo ci tiene a smontare, secondo lui, alcuni falsi miti: “Si dice: se legalizziamo le droghe leggere impoveriamo le mafie. Intanto.. al mercato nero costa meno della metà. Se per strada paghiamo 6 al grammo e in farmacia costa 15, capite che il tossico continuerà a comprarla a 6 e non a 15? L’80% dei tossicodipendenti sono cocainomani. La coca mediamente costa 80 euro al grammo. E allora: se l’80% dei tossicodipendenti è cocainomane e paga la cocaina 80 euro al grammo mentre un grammo di marijuana costa 6, quanto sarebbe il mancato guadagno di chi vende marijuana rispetto a chi vende coca?”. “Parlare di impoverimento delle mafie mi sembra una esagerazione. A meno che non decidessimo di legalizzare la cocaina. Io vi dico che ci sono dei politici che sarebbero favorevoli” aggiunge Gratteri.

Mafia e politica

Il procuratore di Napoli poi ha anche parlato di indagini mafiose e di intrecci con la politica. “Attenzione, perché molte volte qui l’opposizione su cose delicate e importanti non protesta, non fa battaglie, si astiene. Io vi voglio dire una cosa importante. Oggi non c’è indagine di mafia dove, nello stesso 416 bis, non ci siano pezzi di politica e di pubblica amministrazione. Anche in indagini di droga. State attenti a questo passaggio: cosa sta dicendo la politica? Noi, per le indagini di mafia e terrorismo, le intercettazioni non le tocchiamo”.

Redazione

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