Maradona non è meglio di Pelè. E neanche Messi. A dirlo è stato un argentino, appassionato di calcio e tifosissimo del San Lorenzo, club di Buenos Aires dall’altissima fede religiosa. Stupirono non poco le parole di Papa Francesco quando, in una lunga intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, andata in onda il primo novembre 2023, definì Maradona un fallito “come uomo”.
Alla domanda su chi preferiva tra Maradona e Messi, che hanno vinto due mondiali da leader con l’albiceleste, Beroglio spiazzò Chiocci: “Io dirò un terzo. Pelé. Sono i tre che io ho seguito. Maradona come giocatore un grande, un grande. Ma come uomo è fallito. Poveretto è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano. È venuto a trovarmi qui il primo anno di pontificato e poi poveretto ha avuto la fine. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche della boxe. Messi è correttissimo. È un signore. Ma per me tra questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di un cuore. Io ho parlato con Pelé, una volta l’ho incontrato su un aereo quando ero a Buenos Aires, abbiamo parlato. Un uomo di una umanità così grande. I tre sono grandi. Ognuno con la sua specialità. Messi è bravo in questo momento. E Pelé era bravo”. Una scelta dalla forte influenza umana quella di Papa Francesco.
La passione per il San Lorenzo: allo stadio a 10 anni
Tornando alla passione per il calcio, dopo l’elezione a papa, il suo San Lorenzo vinse la prima Copa Libertadores. Un risultato storico per il club argentino di cui Bergoglio era tifoso sin da piccolo. Fu il papà Mario, ferroviere e giocatore di basket, a portarlo allo stadio per la prima volta. Non aveva ancora compito 10 anni. Era il 1946 e la squadra rossoblu stracciò il campionato guidata da campioni come René Pontoni, Armando Farro e Rinaldo Martino. Dopo decenni – ha ricordato il quotidiano spagnolo Marca – Bergoglio “era in grado di recitare a memoria quella formazione”.
Il fioretto e il rapporto platonico con il calcio
Il suo rapporto con il calcio nel luglio del 1990 divenne in un certo senso platonico. Papa Francesco fece infatti un fioretto: decise che non avrebbe più guardato partite di calcio in tv, informandosi dei risultati del San Lorenzo e dell’Argentina solo attraverso radio e giornali. Dunque dopo il trionfo a Messico ’86 dell’albiceleste trascinata da Maradona, non ha visto giocare l’Argentina di Messi campione nei mondiali in Qatar nel dicembre 2022.
Tornando al San Lorenzo, il giorno dopo l’elezione di Papa Francesco, il 13 marzo 2013, il club argentino pubblicò la foto del “primo papa sudamericano e argentino” che aveva in mano il gagliardetto della squadra azulgrana. Il numero di tessera nel club di Papa Francesco era 88.235.
La metafora: “Il perno è la croce di Cristo”
Da calciatore amatoriale, Bergoglio veniva schierato come difensore perché non era dotato di una brillante tecnica. Ha giocato anche a basket e in passato, parlando con i sacerdoti, scelse proprio una metafora cesistica: “Sappiate fare perno e quel perno è la croce di Cristo. Poi uno si muove, proteggendo la palla, con la speranza di fare canestro e cercando di capire a chi passarla”.