Tre persone sono morte e diverse persone sono rimaste ferite in una sparatoria avvenuta per strada a Parigi, nel X arrondissement. Secondo fonti della polizia, citate del sito di Le Parisien, un uomo è stato fermato. Su Twitter la prefettura parigina invita i cittadini a “evitare il settore” della città ed a “lasciare che siano i servizi di soccorso ad intervenire”.

La sparatoria è avvenuta di fronte a un centro culturale curdo, Ahmet-Kaya. Lo riferiscono fonti della polizia parigina, riportate dal Le Parisien. L’uomo considerato responsabile della sparatoria era uscito di prigione il 12 dicembre ed era sottoposto a controllo giudiziario. Gli era inoltre stato imposto il divieto di possedere armi. Un anno fa era stato fermato in relazione a un attacco con una scimitarra contro un campo di migranti situato nell’XI arrondissement. Lo riporta Bfmtv, precisando che l’uomo era oggetto di un’azione giudiziaria per violenze a sfondo razziale commesse con armi.

«Non è sicuro che l’aggressore che ha voluto assassinare queste persone lo abbia fatto in particolare perché curde. Ha voluto chiaramente prendersela con degli stranieri». A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, giunto sul luogo della sparatoria. Il sospetto era noto alla polizia, ma non ai servizi, non era schedato per radicalizzazione e non era un militante di uno dei gruppuscoli di estrema destra recentemente sciolti. «Non è sicuro che fosse in qualche modo impegnato politicamente anche se chiaramente le sue motivazioni erano quelle di compiere un attacco contro gli stranieri, ma questo lo confermeranno le indagini».

I dimostranti curdi hanno acceso diversi fuochi lungo rue du Faubourg Saint-Denis, nelle vicinanze del centro curdo dove oggi tre militanti sono stati uccisi. Secondo quanto riporta Le Parisien, vi sono anche auto che sono rimaste danneggiate negli scontri tra i dimostranti, che scandivano slogan contro la Turchia di Erdogan e lanciavano oggetti contro gli agenti, e la polizia che ha risposto con i lacrimogeni. “Si ricomincia, non ci proteggete, ci uccidono”. A gridarlo agli agenti della polizia sono stati alcuni membri del centro culturale Ahmed Kaya, preso di mira ieri mattina. Nello stesso arrondissement della capitale, il 9 gennaio 2013 tre militanti curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) erano stati assassinati.

L’inchiesta giudiziaria in Francia, tuttora in corso – ricorda Le Parisien – aveva rivelato “l’implicazione” di membri dei servizi segreti turchi, senza designare i mandanti. «Considerato il profilo dell’assalitore, la vicenda non è per forza legata agli eventi del 2013. Ma per la comunità curda, che si è riunita pacificamente, è difficile da credere», ha commentato Julien Bayou, deputato del X arrondissement, sul posto.

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