Accedere ai Championship’s è uno dei riti più democratici di questa terra
Perché a Wimbledon è possibile trovare un biglietto e pagarlo appena 27 sterline: servono passione, curiosità, pazienza
WIMBLEDON – Michele, Giuseppe e Fabrizio passeggiano per i prati di Wimbledon park. Sono le 21 di domenica sera. Sono veneti, trentenni, lavorano tutti e hanno preso quattro giorni di ferie per una passione che si chiama tennis. Hanno appena alzato la loro tenda per la notte nel prato davanti all’All England lawn tennis and croquet, cioè l’Aeltc. “Abbiamo il numero mille e il Centrale ce lo siamo giocato. Peccato, volevamo vedere Sinner…”. Scrollata di spalle, “pazienza, vedremo Musetti, oppure Rudd, ma anche Augier Aliassime…”. Sembrano conoscere l’ordine di gioco a memoria. Con il biglietto Ground avranno a disposizione 54 matches sui 15 campi cosiddetti secondari. Sempre che ci possa essere qualcosa di secondario a Wimbledon.
The Champiosnships sono nati nel 1868 nella redazione di un giornale sportivo, The Field, 346 dello Strand di Londra. Oggi sono il più rinomato torneo del mondo e il diamante tra i quattro Slam, ospitano ogni giorno per due settimane una media di 42 mila persone tra i 18 campi di gara dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club. Dici Wimbledon e ti rispondono: “Meraviglia, peccato sia impossibile trovare un biglietto”. Niente di più falso. E’ vero, il sistema, un misto di prelazioni, prevendite e ballottaggi, prevede che non sia nei fatti possibile acquistare un biglietto d’ingresso in anticipo. Detto questo, accedere ai Championship’s è uno dei riti più democratici di questa terra. Almeno dal 1928, anno della prima Queue organizzata.
Quanto segue è quindi una guida del tipo Wimbledon’s for Dummies per entrate all’Aeltc e starci tutto il giorno per la cifra fissa di 27 sterline. Sono indispensabili passione, curiosità, pazienza. E’ necessario essere mattinieri, 7-7.30 l’orario consigliato. La fermata metro è Southfields della District line. Proseguite dritto per 6-700 metri. All’incrocio con Woodspring road, sulla sinistra, trovate un cancello aperto su un grande parco verde e 4-5 steward con vistose pettorine gialle e la scritta “Wimbledon queueing”. Siete così arrivati all’ingresso della mitica coda per Wimbledon tra le più indimenticabili esperienze dei Championships.
Appena entrati nel parco lo steward vi consegna una cartolina con un numero. Lunedì, primo giorno del torneo, alle 7.15, distribuivano il n. 06415. Significa avere 6414 persone davanti. Panico. Lo steward tranquillizza: “Fino al 10 mila siete tutti dentro”. Uno steward con la lettera L sarà il vostro faro per la coda. Guai a perderlo di vista. Il gruppo “L”, un centinaio di persone, si muove in un prato enorme seguendo lo steward che procede fino a fermarsi alla fine di una serpentina di persone adagiate in terra a leggere e chiacchierare. Quel pezzo di prato – ognuno si accomoda come può, molto usate le stuoie da spiaggia, i teli tipo parei, i cuscini gonfiabili, tutte ciò che può stare in uno zaino – sarà la vostra postazione per circa due ore. La regola dei Championships dice che i cancelli aprono alle 10,30 (i matches iniziano alle 11), mai un secondo prima, anche quelli della coda. Servono pazienza e fantasia per inventarsi i modi per far passare il tempo.
Il camion bar in fondo al prato serve colazioni. La toilette funziona egregiamente, acqua corrente e pulizia. A occhio non si vede nessuno che provi a fare il furbo. In ogni caso, di tanto in tanto passano due poliziotti con i caschi nerofumo come quelli dei ghisa e dei pizzardoni di cinquant’anni fa. “Real Wimbledon experience” sorride compiaciuta Margaret che siede insieme con Pam. Hanno settant’anni e da anni non si perdono la coda e Wimbledon.
Alle 9.35 la fila si muove, avanza di trecento metri, poi nuova sosta. Chi vuole passeggia e gioca. L’importate è ricordarsi la pozione della propria fila, lettera L, perchè gli addetti alla coda controllano e se sei fuori posto, per caso troppo avanti, ti riportano indietro. Figuraccia. Alle 11.27, quando i cancelli del Club che dista da qui circa un chilometro, sono aperti da un’ora, si comincia a camminare. Lentamente ma con costanza per meno di un chilometro nel bosco fino al Gate 3 del club dove sono le casse.
Il biglietto Ground dà accesso a 15 campi su 18. Sono esclusi il Centrale, il numero 1 e 2. Attenzione però perchè nella casina di legno sul lato sinistro della Murray’s Hill (dove normalmente si sdraiano qualche migliaio di persone a seguire i matches sul maxi schermo), opera la rivendita – dalle 10 alle 20 sterline – dei tagliandi di chi ha lasciato il Club prima del tempo. L’incasso va in beneficienza.
In tutti gli altri campi si può entrare. Prima o dopo una paziente coda. Senza litigare nè montarsi sulla testa. Regna un ordine di per sè, a Wimbledon, chi prova a fare il furbo rischia figuracce clamorose. Lungo i vialetti del club – puliti, ordinati e fioriti nei colori viola e verde – può capitare di incontrare qualunque giocatore e giocatrice. Se hanno vinto, i bodyguard lasciano fare selfie e autografi. Se vi appostate tra il campo 14 e il Media building vedrete passare tutti i giocatori. Si tratta sempre di avere pazienza. Non fa mai troppo caldo. La brezza aiuta. Come il verde dei campi.
© Riproduzione riservata