Alfredo Cospito ha superato i 100 giorni di sciopero della fame e le sue condizioni sembrano peggiorare sempre più. Per questo motivo il Ministero di Grazia e Giustizia ha scelto di trasferirlo al carcere di Opera. La scelta è dettata dunque dalle precarie condizioni di salute e dal fatto che nel penitenziario milanese c’è il Servizio Assistenza Intensificata all’interno delle mura. Si tratta di uno dei centri che può garantire il massimo delle cure senza dover ricorrere a strutture esterne.

Opera è la più grande struttura detentiva d’Italia, una delle più popolose, con i suoi oltre 1300 detenuti (ha il più alto numero di condannati al regime più duro), resta uno dei meglio attrezzati tra le 208 carceri italiane anche sotto l’aspetto sanitario. Per questo motivo Cospito è stato trasferito dal Bancali di Sassari a Opera, “in considerazione del suo stato di salute”, provato e in pericolo dopo mesi di digiuno. A Opera esiste un raggio dedicato ai detenuti con patologie, il Centro Sanitario Interno che ospita 150 persone, oltre a un Centro diagnostico terapeutico considerato all’avanguardia tra quelli all’interno delle carceri.

L’anarchico ha perso moltissimo peso e, secondo quanto riferito dall’avvocato e dal medico di fiducia, “a rischio fibrillazione”, in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. Il Sai ospita i detenuti con patologie gravi ed è collegato all’ospedale San Paolo specializzato in patologie cardiologiche. In passato alcuni detenuti hanno raccontato al Riformista di aver anche potuto aver accesso alle chemioterapie in carcere. Secondo quanto riportato da Repubblica, appena dieci giorni fa i sindacati avevano denunciato una preoccupante carenza di infermieri, solo 31 sui 56 previsti, e una sproporzione tra il numero di medici specializzandi e quelli già formati.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.