Dopo la fuga dell’imprenditore russo
Perché Artem Uss è stato arrestato e come è evaso: la responsabilità delle toghe secondo Nordio
Il ministero della Giustizia Carlo Nordio, come riferito da Repubblica e Corsera, ha avviato un procedimento disciplinare contro i giudici della Corte d’Appello di Milano, incolpandoli di “grave e inescusabile negligenza” per aver concesso il 25 novembre 2022 gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al 40enne imprenditore russo Artem Uss, poi evaso. In sostanza l’accusa del ministro è di “non aver valutato” elementi dai quali emergeva “l’elevato e concreto pericolo di fuga”.
Nell’ordinanza che concedeva i domiciliari i giudici concludevano che il pericolo di fuga continuava a essere concreto, ma anche che potesse essere contenuto aggiungendo agli arresti domiciliari il braccialetto elettronico. Una decisione in cui il ministro ravvisa appunto una “grave e inescusabile negligenza”. Oggi il Ministro riferirà con una informativa alla Camera. Ma intanto l’iniziativa ha suscitato molte reazioni che vedono al momento schierati dalla stessa parte avvocatura e magistratura.
Per la Camera penale di Milano “che si invii addirittura una ispezione ministeriale per verificare l’operato della Corte di Appello di Milano, e il Ministro eserciti l’azione disciplinare entrando nel merito della fondatezza di un provvedimento non impugnato dagli organi legittimati, ci appare come un forte elemento di intimidazione correlato alle particolarità del caso concreto, anche relative ai rapporti diplomatici tra Stati (e se è inammissibile che vi siano interferenze interne rispetto all’esercizio della funzione giurisdizionale, è ancora meno tollerabile che ve ne siano da parte di rappresentanti di altri Stati)”.
Peraltro, “non possiamo non sottolineare stupiti come i nominativi dei giudici componenti i collegi della Corte che si sono occupati del caso siano stati pubblicati con un’alea stigmatizzante dai mezzi di informazione. Quasi che scarcerare sia comunque sempre grave, molto più che incarcerare, il che è messaggio che non può passare”. In seconda battuta, “riteniamo inammissibile che si fornisca informazione fuorviante sull’uso del cosiddetto braccialetto elettronico, strumento utilissimo a rafforzare i controlli di polizia (che sono in effetti scattati quasi subito) per la misura cautelare domiciliare. Sostenerne l’inutilità, perché non evita la fuga, sarebbe come sostenere l’inutilità del carcere nel caso di evasione”.
Forti critiche anche dall’Anm: “Una regola fondamentale della materia disciplinare, immediata traduzione del principio della separazione dei poteri, è che il Ministro e il Consiglio superiore della magistratura non possono sindacare l’attività di interpretazione di norme di diritto e quella valutazione del fatto e delle prove – ha detto all’Ansa il Presidente Giuseppe Santalucia – . Sarebbe assai grave se questo limite, argine a tutela della autonomia e della indipendenza della giurisdizione, fosse stato superato”.
“Stiamo lavorando a un documento per esprimere forte preoccupazione di tutta la magistratura nei confronti di un intervento che rappresenta uno scivolone istituzionale che si poteva evitare” ha proseguito intervenendo all’assemblea straordinaria indetta dalla giunta milanese dell’Associazione. Contro Nordio si schiera anche Nello Rossi, direttore della rivista di Magistratura Democratica ‘Questione Giustizia’: “I provvedimenti giudiziari possono essere al centro di iniziative disciplinari quando sono privi di motivazione o emessi in casi non previsti dalla legge e che l’addebito di negligenza inescusabile può essere mosso a fronte di inequivoche violazioni di legge o di travisamento dei fatti. Ed è di tutta evidenza che, nel caso Artem Uss, non si è di fronte a nessuna di queste ipotesi giacché la decisione dei magistrati milanesi ha preso in considerazione ed ha motivato sui diversi profili della vicenda prendendo doverosamente in considerazione anche i dati e gli argomenti della difesa”.
Proprio per Md: “non può che destare sconcerto e viva preoccupazione, rappresentando una inedita, non consentita e pericolosa interferenza del Ministero nell’esercizio della giurisdizione”. Chi non fa sconti al Guardasigilli è anche il Segretario di Area Eugenio Albamonte: “È un esercizio dell’azione disciplinare a furor di popolo, anzi di governo, che crea un precedente molto grave in termini di invadenza del potere esecutivo sull’’autonomia e indipendenza della giurisdizione”. E giudica questa iniziativa di Nordio un “modo per scaricare sugli altri le proprie responsabilità”.
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