Respinto il ricorso dell'anarchico
Perché Cospito è stato lasciato al 41 bis, una sentenza a morte

La Cassazione ha fatto la scelta di rigettare il ricorso e Alfredo Cospito resta al 41bis. Quindi non vi sono al momento spiragli nonostante alla vigilia l’ipotesi più gettonata in sede di previsioni fosse quella di rimandare gli atti al Tribunale di Sorveglianza di Roma affinché riesaminasse il caso.
A sollecitare una nuova decisione era stato il procuratore generale della Cassazione Piero Gaeta che aveva criticato la scelta del Tribunale di Sorveglianza perché a suo parere non era dimostrato il collegamento fattuale tra Cospito e le azioni violente degli anarchici all’esterno. Ma i giudici della Suprema Corte hanno chiuso la porta. Ricorso rigettato e Cospito viene condannato come è prassi in questi casi al pagamento delle spese processuali. La decisione della Cassazione aggrava la situazione di Alfredo Cospito il quale aveva preannunciato di essere pronto a rifiutare di nuovo gli integratori per riprendere uno sciopero della fame completo in caso di mancato annullamento secco del 41bis da parte della Suprema Corte. Flavio Rossi Albertini ribadisce: «Volevano il martire e lo avranno».
Il legale aveva spiegato più volte che l’unica soluzione positiva per il suo assistito sarebbe stata la fine del 41bis. La direzione nazionale antimafia e la Dda di Torino avevano suggerito la soluzione dell’alta sorveglianza con alcune restrizioni, una condizione meno afflittiva. Esplicitamente a favore del rinnovo del 41bis era stato solo il procuratore generale di Torino Piero Saluzzo, puntando sulla pericolosità di Alfredo Cospito che farebbe da onda d’urto per le attività violente degli anarchici in tutto il mondo. Insomma, una sorta di Che Guevara del terzo millennio, come aveva chiosato l’avvocato Rossi Albertini.
Alfredo Cospito non sembra intenzionato a recedere dall’intenzione di proseguire fino in fondo il digiuno mettendo sempre più a rischio la vita. Nell’ultima visita sabato scorso il medico di fiducia Andrea Crosignani lo aveva comunque consigliato in caso di interruzione di riprendere a nutrirsi verso una dieta specifica fatta soprattutto di elementi brodosi. Perché non è facile alimentarsi dopo oltre quattro mesi di sciopero della fame e persistono anche in quello rischi per la salute. Intanto il comitato nazionale di Bioetica ha deciso di proseguire l’analisi sui quesiti posti dal ministero della Giustizia in merito alle problematiche connesse all’auto determinazione nel ricevere i trattamenti sanitari offerti. La Plenaria rende noto che il Comitato ha deciso di proseguire i lavori al fine di ottenere la massima convergenza possibile con riguardo alle delicate e complesse questioni sottese nel rispetto di tutte le posizioni emerse.
Alfredo Cospito non si alza dal letto, è a letto fisso racconta ancora il suo difensore Caterina Clia. Fa pochi passi solo per i colloqui con l’avvocato, non va più all’ora d’aria. Un centinaio di anarchici hanno partecipato al presidio davanti alla Cassazione in piazza Cavour con striscioni contro il 41bis e l’ergastolo ostativo. C’era un grande dispiegamento di forze dell’ordine e ci sono stati momenti di tensione con cameraman e giornalisti. Con un megafono ha parlato il militante storico Pasquale Lello Valitutti, affermando che gli sono pronti a scatenare l’inferno senza una decisione favorevole dei giudici. Dopo l’arrivo della decisione sono partite le grida di “Assassini, assassini”.
Il sentimento della piazza è “lo hanno condannato a morte”. Flavio Rossi Albertini aggiunge: «Volevano il martire e lo avranno. Si tratta di una condanna a morte. Io avevo maturato qualche speranza dopo che la Cassazione aveva anticipato per ben due volte l’udienza senza che io avessi sollecitato nella seconda occasione. E soprattutto mi aveva dato speranza il parere del procuratore generale della Cassazione Piero Gaeta. Purtroppo hanno deciso di assumersi la responsabilità di far morire Alfredo. Lo fanno perché si sentono forti perché purtroppo hanno la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica dalla loro parte».
Non sembrano esserci altre strade aperte al momento. Anche se la decisione di Nordio di mantenere il 41bis è stata impugnata davanti al Tribunale di Sorveglianza. Ma Cospito sorgano i suoi legali vuole andare fino in fondo col di giugno completo. E dopo quattro mesi e passa di sciopero della fame il suo fisico non sembra in grado di resistere ancora e di andare oltre, sarebbe un problema anche riprendendo a mangiare aveva avvertito il suo medico di fiducia. Così si tratta di una tragedia.
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