A finire nel mirino della speculazione, dopo i crolli della Silicon Valley Bank e della Credit Suisse, questa volta è la Deutsche Bank. A far scattare il sell-off è stato il brusco aumento dei Credit Default Swap (Cds), il costo dell’acquisto di un’assicurazione per proteggersi dall’insolvenza sul debito, che hanno toccato i massimi degli ultimi 4 anni. Deutsche Bank è stata colpita pesantemente fin dall’apertura di ieri. Le vendite hanno colpito tutto il settore europeo, nonostante le rassicurazioni partite dal vertice dei leader a Bruxelles.

La prima banca tedesca ha attraversato anni di scandali e controversie, le sue sorti sono migliorate negli ultimi anni dopo un programma di ristrutturazione. Dopo 10 trimestri consecutivi di utili, ha chiuso l’esercizio 2022 con un risultato netto di 5,7 miliardi, il più alto dal 2007, e il CET1 ratio al 13,4%. “È vittima di un mercato irrazionale”, hanno commentato gli analisti di Citigroup.

Il titolo ha dimezzato il crollo iniziale nella giornata di ieri ma il bilancio finale è rimasto pesante: -8,5% a 8,54 euro sui minimi da ottobre 2022. La banca aveva annunciato il rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028. Due banche minori – Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank – hanno reso noto di rinunciare al rimborso delle loro obbligazioni AT1, la tipologia di bond finita nell’occhio del ciclone con il salvataggio del Credit Suisse.

“Deutsche Bank ha radicalmente modernizzato il suo modello di business e ha riorganizzato la propria attività, è una banca molto redditizia. Non c’è nulla di cui preoccuparsi”, ha voluto rassicurare il cancelliere tedesco Olaf Scholz respingendo il paragone tra Deutsche Bank e Credit Suisse. Stessa indicazione dal vertice europeo dove i leader dei 27 Paesi hanno definito il settore bancario europeo “resistente, con posizioni solide in termini di capitale e liquidità”.

Il settore dell’area dell’euro è resiliente, perché dispone di solide posizioni patrimoniali e di liquidità – ha detto la Presidente della BCE Christine Lagarde secondo quanto riportato da fonti -. È forte perché abbiamo applicato tutte le riforme normative concordate a livello internazionale dopo la crisi finanziaria globale”. Le rassicurazioni comunque non sono bastate, le vendite hanno colpito tutto il settore bancario europeo.

A Francoforte Commerzbank ha perso il 5,45%, a Piazza Affari Unicredit il 4,06%, a Parigi SocGen il 6,1%. Alla Borsa di Zurigo Credit Suisse e Ubs hanno ceduto rispettivamente 5,5% e il 3,8% dopo la notizia secondo cui sarebbero sotto esame nell’ambito di un’indagine del Dipartimento di Giustizia Usa per verificare se abbiano aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni. Piazza Affari è stata maglia nera.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.