Le tappe della vicenda giudiziaria
Perché Emilio Fede è stato condannato, la fuga con un sms e la legge che non ammette ignoranza
Ha inviato un sms ai carabinieri di Segrate (Milano) ed è partito alla volta di Napoli senza avere alcuna autorizzazione. Bisogna partire da questo aspetto per affrontare con lucidità la questione relativa ad Emilio Fede, ex giornalista di Rai e Mediaset, arrestato nel capoluogo partenopeo per evasione dagli arresti domiciliari mentre cenava in un ristorante-pizzeria del lungomare in compagnia della moglie, l’ex senatrice di Forza Italia Diana De Feo, e di alcuni amici.
Fede oggi, mercoledì 24 giugno, compie 89 anni ed è arrivato a Napoli, in treno, due sere fa (lunedì 22 giugno) per festeggiare la ricorrenza in compagnia della consorte e, stando a quanto spiegato nell’intervista rilasciata al Riformista, per una visita medica in seguito a una serie di acciacchi fisici alla gamba.
“Ero convinto di aver concluso il periodo dei domiciliari e che mi potessi spostare“. Una frase che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Così Fede ha pensato di inviare semplicemente un messaggio al comandante dei carabinieri di Segrate ed è partito senza avere alcun riscontro né dai militari dell’Arma né dal tribunale di sorveglianza di Milano.
Da garantisti troviamo aberrante il carcere, arresti domiciliari compresi, per una persona di 89 anni. Tuttavia troviamo ancora più aberrante evadere, quando non si ha ancora alcun riscontro effettivo sull’effettiva conclusione della pena.
LA VERSIONE DEI CARABINIERI – Sull’arresto “plateale” di Fede si è discusso molto in queste ore. Il blitz dei carabinieri è stato paragonato a quelli per arrestare pericolosi boss, narcotrafficanti, gangster. Nulla di tutto questo secondo quanto riferito dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli.
Non ci sarebbe stato nessun blitz, nessun arresto plateale. Dopo essere stati informati dai colleghi di Segrate, due carabinieri hanno prima fatto visita all’abitazione dove risiede la moglie dell’ex giornalista. Non trovando nessuno, si sono recati sul lungomare in via Partenope dove fede aveva prenotato una stanza all’ultimo piano nell’hotel Santa Lucia.
Il “blitz” nel ristorante è stato effettuato da un solo militare che con “discrezione” è entrato all’interno dell’attività commerciale. Il carabiniere ha comunicato ad Emilio Fede l’arresto, in flagranza, per evasione dai domiciliari, prima di andare via con lo stesso giornalista da un’uscita secondaria. E’ stato poi accompagnato in albergo in attesa del processo per direttissima in programma nella giornata di oggi, 24 giugno.
La misura degli arresti domiciliari era infatti ancora in vigore con il tribunale di sorveglianza di Milano che non si è espresso, per il momento, sull’affidamento ai servizi sociali.
LA CONDANNA – Nella sua casa milanese ha scontato sette mesi agli arresti domiciliari e adesso è chiamato a completare la pena con altri quattro anni in affidamento ai servizi sociali.
Emilio Fede è stato infatti condannato in via definitiva nell’aprile 2019 a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione in seguito al processo Ruby bis sulle serate a luci rosse nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi.
Lo scorso ottobre, il tribunale di sorveglianza di Milano aveva deciso di accogliere l’istanza presentata dai legali dell’ex giornalista che chiedeva di non andare in carcere a causa di alcune gravi patologie.
GRAZIA A MATTARELLA – All’AdnKronos, sempre nell’ottobre del 2019, lo stesso Fede dichiarò: “Chiederò assolutamente la grazie al capo dello Stato. Ancora mi si accusa di essere responsabile di aver tentato di far prostituire due ragazze. Nonostante questo, non mi metto a predicare contro la giustizia. Questi domiciliari mi lasciano ampi spazi di vita e sicuramente li rispetterò“.
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