A processo
Perché i dem chiedono l’impeachment di Trump anche se non è più presidente
Donald Trump avrebbe messo in pericolo la vita di tutti i membri del Congresso, istigando i supporter alla rivolta e caricandoli “come un cannone puntato sul Campidoglio”. È durissima l’accusa formulata contro l’ex presidente degli Stati Uniti nel suo secondo processo di impeachment, che lo vede sul banco degli imputati al Senato per l’assalto a Capital Hill dello scorso 6 gennaio. “Un tradimento di proporzioni storiche”, hanno scritto i manager dell’accusa descrivendo la condotta del tycoon. “Con i suoi comportamenti – prosegue la nota – ha inoltre minacciato il sistema costituzionale che protegge le libertà fondamentali, messo a repentaglio un pacifico passaggio dei poteri e compromesso la sicurezza nazionale”. Una condotta che, secondo i promotori dell’impeachment – principalmente deputati e senatori democratici – costituirebbe una “violazione costituzionale” e legittimerebbe “l’esclusione da qualunque futuro incarico federale”.
L’obiettivo è condannare Trump all’oblio istituzionale, impedendogli di poter riapparire un giorno nelle vesti di una qualsiasi carica pubblica. Per i dem l’ex presidente avrebbe una “responsabilità individuale” nella rivolta del Campidoglio. E la pensa così anche uno dei suoi più accesi sostenitori: Jacob Chansley , passato alle cronache come “lo sciamano” o “Jake Angeli”, arrestato dopo l’assalto a Capital Hill, ha puntato il dito contro di lui, accusandolo di averlo “ingannato” con i suoi discorsi. “Quell’imbroglio lo ha messo in una posizione difficile, davanti a decisioni che non avrebbe dovuto prendere” ha affermato il suo legale, Al Watkins.
La linea di difesa del tycoon è che il Senato non abbia più giurisdizione sull’ex presidente. David Schoen e Bruce Castor Junior, gli avvocati difensori di Trump, puntano a smontare l’accusa difesa dimostrando l’incostituzionalità dell’intero processo, che – secondo loro – non potrebbe svolgersi dopo che il mandato è terminato.
Al momento una condanna appare comunque improbabile, dal momento che ai democratici servirebbero i voti di 17 senatori repubblicani. Ma appena la scorsa settimana 45 dei 50 membri del partito di Trump della camera alta hanno votato una mozione per screditare la legittimità del processo, replicando ai manager dell’accusa e definendo l’articolo di impeachment “errato”.
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