Il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha deciso di sciogliere l’Assemblea Nazionale e tornare ad elezioni. Questo colpo di scena sulla scena politica senegalese nasce dallo stallo nel quale sono finite le riforme che il nuovo presidente aveva promesso in campagna elettorale. Diomaye Faye è il più giovane presidente eletto dell’intero continente africano e rappresenta un candidato anti-sistema.
L’uomo di fiducia di Ousmane Sonko, il fondatore del Pastef, ha cavalcato le proteste contro la paludata gestione di Macky Sall, presidente uscente che aveva anche tentato un colpo di stato istituzionale per restare al potere. Alla fine Macky Sall si era ritirato ed aveva appoggiato Amadou Ba, suo ex primo ministro, ma le urne avevano decretato la vittoria al primo turno di Diomaye Faye. La vittoria di un partito, dichiarato illegale l’estate scorsa da Macky Sall, che voleva rivoluzionare il paese rompendo gli storici rapporti con la Francia aveva fatto pensare che molte cose sarebbero cambiate in Senegal, ma invece in questi sei mesi poco o nulla è stato fatto.
La nuova presidenza voleva cambiare il sistema finanziario, ridiscutere i contratti di estrazione petrolifera ed i diritti di pesca con gli altri paesi ed addirittura iniziare un percorso di fuoriuscita del Senegal dal sistema monetario del Franco Cfa, dominato e controllato da Parigi. Riforme radicali che il nuovo presidente Diomaye Faye non ha minimamente realizzato ed ha incolpato l’opposizione di questo ritardo. In parlamento infatti il Pastef, il suo partito, non ha la maggioranza assoluta e tornando al voto il 17 novembre spera di prendere il controllo anche dell’Assemblea Nazionale.
Un azzardo politico visto che a Dakar sta serpeggiando una certa delusione per una presidenza che aveva promesso molto e che adesso rischia di gettare il Senegal verso una svolta autoritaria senza nessun contrappeso politico reale al presidente. Il Pastef resta favorito anche per questa elezione, ma poi sarà necessario dimostrare al popolo senegalese che le tante promesse possono essere mantenute. Il Senegal resta il paese più importante dell’Africa occidentale e le sue vicende politiche hanno un peso su tutta questa complicata regione sconvolta dai colpi di stato di Mali, Burkina Faso e Niger.