Sostegno Usa alla democrazia di Taipei
Perché il viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan ha scatenato l’ira della Cina
Alla fine, l’aereo più monitorato al mondo è atterrato. E Nancy va alla guerra. Nonostante il parere contrario del Pentagono, la speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, è atterrata nella serata di ieri (ora locale) all’aeroporto Songshan a Taipei. Il Boeing C-40C (Spar19) della Us Air Force ha toccato il suolo taiwanese in perfetto orario, mentre una delegazione delle autorità del posto ha accolto la presidente della Camera.
Ad accoglierla c’era il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu, secondo la diretta streaming voluta dallo stesso ministero. Anche la popolazione taiwanese ha voluto dare il benvenuto a Pelosi. La visita “della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese”, così ha twittato la rappresentante della Camera appena arrivata a Taiwan. “Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan ha proseguito Pelosi nel tweet- riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta”.
“Dobbiamo stare al fianco di Taiwan che è un’isola di resilienza”. È quanto aveva affermato Pelosi nell’articolo sul Washington Post in cui spiegava le ragioni della sua visita a Taiwan descritta come “leader nella governance, nella pace, sicurezza e dinamismo economico”. E poi ha espresso la preoccupazione per il fatto che “questa vibrante, robusta democrazia, orgogliosamente guidata da una donna, è sotto minaccia”. Ed ha ricordato che Pechino ha “drasticamente aumentato le tensioni con Taiwan” sia per quanto riguarda le incursioni aeree che per la guerra cibernetica “lanciando decine di attacchi ogni giorno contro le agenzie governative taiwanesi”. La Cina sta conducendo anche una guerra economica con “pressioni sulle corporation” ed “intimidazioni verso i Paesi che cooperano con Taiwan” ha sottolineato la speaker della Camera.
Le misure di sicurezza al Grand Hyatt Hotel, dove dovrebbe alloggiare Pelosi, sono state rafforzate, e sono state posizionate recinzioni nella zona vicina all’albergo. Pelosi è la prima speaker a visitare l’isola dopo la visita del 1997 di Newt Gingrich. In prossimità dell’arrivo del suo aereo, l’iconico grattacielo della capitale, il Taipei 101, ha lanciato i banner luminosi: “benvenuta a Taiwan, grazie speaker Pelosi, Taiwan ama gli Usa”.
Pechino ha rinnovato la propria “ferma opposizione” e la “ferma condanna” per la visita a Taiwan della presidente della Camera dei Rappresentanti Usa e ha presentato una forte protesta contro gli Stati Uniti. A riferirlo è un comunicato diffuso in serata dal ministero degli Esteri di Pechino, poco dopo l’atterraggio a Taipei del volo con a bordo la delegazione guidata da Pelosi. Le Forze armate cinesi “non staranno a guardare”, ha avvertito il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, assicurando che il suo paese “prenderà sicuramente contromisure decise e forti a difesa della sovranità e integrità territoriale”. Aerei da guerra cinesi sono stati avvistati ieri mattina sulla linea mediana dello Stretto di Taiwan. Secondo alcune fonti gli aerei cinesi hanno ripetutamente eseguito manovre tattiche “toccando” la linea mediana, azioni queste considerate provocatorie. E sembra essere solo l’inizio.
U.D.G.
© Riproduzione riservata