Il provvedimento riguarda un milione di ragazzi
Perché lo Ius scholae mette a rischio il governo Draghi: la minaccia della Lega

Un milione di ragazzi attendono che una loro legittima aspirazione, che un loro sacrosanto diritto, siano trasformati finalmente in legge: lo “Ius scholae. Una proposta di legge che ieri a tarda sera l’Aula di Montecitorio ha cominciato a discutere. Il testo punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di ragazzi under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato “almeno 5 anni di scuola”. Dare ai ragazzi la cittadinanza anche prima della maggiore età mette d’accordo tutto il centrosinistra, ma ha diviso il centrodestra: l’altro ieri nel voto della commissione Affari costituzionali che ha approvato il mandato al relatore Giuseppe Brescia, la Lega ha votato contro il testo insieme a Fdi. Forza Italia si è divisa, Annagrazia Calabria ha votato contro e Renata Polverini a favore.
Oggi l’Aula ha deciso un “rinvio tecnico” su Ius scholae e sulla Cannabis, che slitteranno alla prossima settimana su proposta del deputato Dem Emanuele Fiano. Contro si è espressa Fratelli d’Italia, a favore invece, la Lega che, con Edoardo Ziello, ha sottolineato che Ius scholae e Cannabis “non sono assolutamente la priorità per il nostro paese” e ha spiegato che la speranza è che vengano “totalmente tolti da ogni calendario”. Il rinvio è passato con 206 voti di differenza, ha annunciato il presidente di turno Fabio Rampelli.
Tra i protagonisti di questa battaglia di civiltà è Marco Di Maio, combattivo parlamentare di Italia Viva. Dice Di Maio a Il Riformista: “Siamo ad un passo da una svolta liberale e positiva: l’idea che l’acquisizione della cittadinanza avvenga con il completamento di un ciclo scolastico, è giusta e corretta. Da settimane stiamo lavorando per arrivare ad una mediazione positiva in stretta relazione con le forze parlamentari, le associazioni e il Governo con la paziente opera di cucitura del sottosegretario Ivan Scalfarotto, che metta da parte approcci ideologici che vogliono negare qualsiasi tipo di miglioramento o a una apertura generalizzata all’acquisizione del diritto di cittadinanza”. “Legare l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un ciclo scolastico – rimarca ancora il parlamentare di Italia Viva – è una norma di buon senso giusta e riformista: ora si proceda rapidamente all’approvazione del testo, per inviarlo al Senato e centrare l’obiettivo di completare l’iter entro la fine della legislatura.” “Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e Fdi, a fare un importante passo avanti” dichiara il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza. “La strada è ancora lunga ma la direzione è quella giusta.
Il Pd è sempre stato in prima linea per questa scelta di civiltà. Insieme alle tante ragazze e ragazzi che sono già italiani in tutto e per tutto e che aspettano questo momento da troppo tempo”. “Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato”. Così Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, “Lo ius scholae è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta”. L’attuale legge sulla cittadinanza del 1992 di regola non prevede che le bambine e i bambini figli di genitori stranieri, nati in Italia o giunti nel nostro Paese, possano acquisire la cittadinanza italiana prima della maggiore età” spiega Save the Children che lancia un appello alla responsabilità dei deputati e dei senatori perché si giunga senza ulteriori indugi all’approvazione della legge entro questa legislatura.
“Questo significa – per bambini e bambine che hanno genitori stranieri e che sono nati o sono giunti in Italia da piccoli – dover vivere gli anni decisivi della crescita condividendo con i compagni di scuola tutti gli interessi, le passioni e l’attaccamento alla propria comunità locale senza essere considerati ‘italiani’ a tutti gli effetti, a causa di una legge ormai superata nei fatti”. “La discussione del disegno di legge di modifica alle norme sulla cittadinanza in Parlamento è una occasione che non può essere mancata”, incalza Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-EU di Save the Children. Lega e Fratelli d’Italia si sono opposti in ogni modo. Per Fli si tratta di un “ius soli camuffato”. “Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi”, tuona Matteo Salvini.
I deputati della Lega in Commissione Affari costituzionali parlano, in una dichiarazione congiunta, di “prove tecniche di sharia in Italia”. E c’è chi, in ambienti vicini all’ex ministro dell’Interno, adombra anche la possibilità che la Lega possa uscire dal governo Draghi, ritirando i suoi tre ministri e votando contro la fiducia all’esecutivo, per non lasciare un’autostrada elettorale all’alleata-competitor Giorgia Meloni. “Quelle di Salvini – ribatte Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa – sono dichiarazioni sadiche. Qui si sta parlando di persone che chiedono di sentirsi pienamente cittadini in una delle fasi più importanti e delicate della loro vita, al termine di un ciclo scolastico”. E in Aula è arrivata anche la proposta di legge sulla cannabis, di cui lo stesso Magi è stato, nel 2019, il primo firmatario. Il testo stabilisce che si possano coltivare in casa per uso personale fino a un massimo di 4 piante. Un’altra “cosa di sinistra”.
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