Netflix si trova a fare i conti con il suo primo momento di crisi dal 2011. Un crollo, quello della società statunitense di distribuzione di film e serie online, che potrebbe essere fisiologico, ma fa presagire tempi bui.

Dopo dieci anni di risultati in crescita, che avevano portato l’azienda a raggiungere un totale di 222 milioni di abbonati, oggi la multinazionale con sede a Los Gatos fa registrare duecentomila iscritti in meno tra gennaio e marzo 2022. Con un calo atteso, per il secondo trimestre, di altri due milioni. Numeri lontani dalle ben più rosee aspettative dei mesi scorsi, quando era stata prevista una crescita di 2,5 milioni di abbonati. Tanto da provocare un immediato impatto in Borsa: oggi 20 aprile i titoli del colosso della tv in streaming sono in caduta libera a Wall Street, con un calo di quasi il 40%. 

I numeri di Netflix

Netflix ha realizzato un fatturato di 7,9 miliardi di dollari da gennaio a marzo: quasi il 10% in più rispetto a un anno fa, grazie all’aumento del 6,7% del numero di abbonati, nell’arco di un anno, e all’aumento dei prezzi. Ma ha registrato un utile netto di 1,597 miliardi di dollari (1,480 miliardi di euro) nei primi tre mesi del 2022: ossia il 6,4% in meno rispetto al risultato registrato un anno prima.

La piattaforma ha comunicato che i numeri del primo trimestre sono principalmente il risultato della sospensione del servizio in Russia, a causa della guerra in Ucraina, che ha portato alla liquidazione di 700mila paganti russi, senza i quali avrebbe aumentato i suoi abbonati di mezzo milione. Ma in realtà alla base di questo crollo ci sono diversi fattori.
Finora q
uest’anno Netflix ha perso più del 40% del suo valore sul mercato azionario. 

I motivi della ‘crisi’

Oltre al conflitto in Ucraina, evento non prevedibile, ci sono anche altre motivazioni per i risultati negativi della più grande azienda per la produzione cinematografica, televisiva e di distribuzione dei contenuti online. Netflix ha aumentato i prezzi nei mesi scorsi e non tutti hanno potuto, o voluto, accettare questo rincaro. Senza dimenticare il lockdown e la pandemia, che avevano fatto crescere il numero degli abbonati ora tornati, con l’allentamento delle misure anti-Covid, a poter trascorrere la loro vita fuori dalle mura domestiche.  

Poi c’è la concorrenza: ad esempio Amazon Prime Video e Disney Plus hanno offerto una (valida) e sempre più ricca alternativa a prezzi più bassi. La piattaforma targata Amazon ha un costo all’anno di 36 euro, che include anche la spedizione gratuita dall’e-commerce; mentre il mondo Disney, Marvel, Pixar è disponibile a 8,99 euro al mese oppure 89,90 euro all’anno. Netflix al momento propone tre distinti piani: 7,99 euro, 12,99 euro e 17,99 euro  a seconda dei profili attivabili e i dispositivi utilizzabili in contemporanea.

E c’è poi la pratica- ben nota- degli account condivisi, per cui a fronte di 221,6 milioni di iscritti paganti, sarebbero in realtà circa 100 milioni in più i fruitori dei contenuti. Spesso infatti le credenziali per l’accesso a servizio vengono utilizzate da amici, parenti e conoscenti. Una situazione a cui l’azienda ha deciso di porre rimedio recentemente, attraverso un nuovo sistema che dovrebbe essere testato in alcuni Paesi, come riferito da Usa Today.

Le soluzioni

Dopo i grandi successi registrati nei mesi scorsi- uno su tutti, la serie ‘Squid Game‘, diventato un ‘cult’ internazionale- il colosso dello streaming è al lavoro per trovare immediate soluzioni alla ‘crisi’. Oltre alla stretta sugli account ‘a scrocco’, il co-fondatore e amministratore delegato di Netlfix Reed Hastings ha ammesso, durante una conferenza con gli analisti, che l’azienda sta studiando il lancio di un piano a basso costo che comprenderebbe la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie. L’apertura a questa ipotesi rappresenta una svolta per il colosso della tv in streaming che si è sempre proposto come ‘paradiso senza pubblicità.’

C’è poi la carta ‘gaming’. Una sezione dedicata ai videogiochi è stata già creata da Netflix. Sono disponibili al momento 17 giochi per iOs e Android, di cui due legati alla serie Stranger Things, senza costi aggiuntivi. Un’opportunità su cui l’azienda, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe decidere di investire.