L’ultimo saluto a Antonio Morione. Si terranno oggi pomeriggio alle 16:30, presso il santuario dello Spirito Santo (conosciuto anche come chiesa del Carmine) a Torre Annunziata (Napoli) i funerali del titolare della pescheria ‘Il Delfino’ di Boscoreale ucciso la sera del 23 dicembre durante una sparatoria seguita ad un tentativo di rapina avvenuta nella sua attività commerciale.

In occasione dei funerali e “interpretando il sentimento dell’intera comunità e in segno di profondo cordoglio per la drammatica e prematura scomparsa” di Antonio, il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione ha proclamato il lutto cittadino.

Funerali che, scrive Il Mattino, dovrebbero essere celebrati dall’arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia, insieme a don Pasquale Paduano.

Ma prima dei funerali Antonio farà un ultimo passaggio davanti alla sua pescheria, lì dove ha perso la vita. Ad annunciarlo è  stato il figlio: “Per chi volesse salutare papà, passeremo davanti alla pescheria alle 14, dopodiché ci sarà il funerale alla Chiesa dello Spirito Santo. Io e la mia famiglia – è il messaggio del figlio di Antonio – ringraziamo tutte le persone che ci sono state accanto in questi giorni”.

L’INCHIESTA – Intanto non si fermano le indagini e la caccia ai killer di Morione. I carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata che stanno setacciando da giorni la zona, anche con l’aiuto di un elicottero, per rintracciare i tre occupati di una Fiat 500 di colore bianco utilizzata (e poi bruciata) per realizzare più colpi, a partire dalla rapina alla prima pescheria (“La rosa dei venti”) gestita da Giovanni, fratello di Morione.

Nelle scorse ore, attraverso le parole di Marco Izzo, legale della famiglia di “Tonio”, è emerso un ulteriore particolare su quei drammatici attimi. Il 41enne è stato ucciso perché colpito al volto da uno dei quattro proiettili esplosi da un rapinatore che lo aveva sorpreso a squarciare, armato di coltello, le ruote della vettura. Un gesto probabilmente nato per impedire la fuga.

Morione al momento della rapina si trovava all’esterno della pescheria. Ha visto scendere uno dei banditi e ha impugnato un coltello per bucare le ruote “dopo aver visto la pistola puntata in faccia alla figlia e alla nuora, due ragazze, entrambe minorenni, che stavano lavorando in pescheria. Voleva difendere loro, non l’incasso”. Queste le parole del legale Izzo riportate dal quotidiano Il Mattino.

Difendere la sua famiglia e le persone che quella sera (il 23 dicembre è una delle giornate più proficue per le pescherie napoletane che lavorano fino a tarda notte in vista della vigilia e del pranzo natalizio) erano presenti, oltre una decina tra familiari e clienti.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.