Un brand shop monomarca è apparso in centro città
Philip Morris a Taranto dove si muore di tumore…

Un brand shop monomarca Philip Morris è stato appena aperto nella piazza centrale e più bella di Taranto. Si chiama Iqos Lounge, ed è un salotto all’aperto in mezzo alla piazza per degustare la sigaretta elettronica col tabacco riscaldato. Fa parte del pacchetto “Turco” degli investimenti Philip Morris nella città del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco, insieme al call center delle Iqos aperto a novembre.
Eletto senatore 5 stelle a Taranto quando volevano chiudere Ilva, Mario Turco senza aver fatto neppure un giorno in un meetup, è stato nel frattempo delegato direttamente dal presidente Conte alla programmazione economica, al Cipe, ha circoscritto a sé il grande budget del Contratto Istituzionale di Sviluppo di Taranto (istituito dal governo Renzi nel 2015), in questi giorni tratta persino le compensazioni del prima tanto osteggiato gasdotto Tap, ed è in lizza come coordinatore della task force del Recovery fund. Philip Morris a Taranto ce l’ha portata direttamente il Governo: lo aveva detto apertamente Mario Turco dopo l’incontro a Taranto con il presidente e amministratore delegato della Philip Morris Marco Hannappel: «La Presidenza del Consiglio, unitamente al Governo, hanno seguito fin dall’inizio questo importante progetto per il rilancio del territorio di Taranto. Significative saranno le ricadute occupazionali che la Philip Morris annuncerà nelle prossime settimane».
Ricadute occupazionali che ancora non sono arrivate, non essendoci posizioni aperte sul sito dell’azienda, e oscure ai sindacati da noi contattati. Eppure il call center è già in funzione, come aveva annunciato il suo Presidente. Del resto non è data neanche sapere in quale modalità “la Presidenza del Consiglio ha seguito questo progetto”, se con agevolazioni burocratiche o finanziarie. L’investimento è di 100 milioni, per 400 posti di lavoro. Da quanto dichiarato dal Sottosegretario Turco, il progetto rientra nel Cantiere Taranto, che è un pacchetto di iniziative inserite nel Piano per il Sud di Provenzano. E che per la città ionica prevedeva un finanziamento con 55 milioni della Zona Franca Urbana finalizzata a garantire significativi incentivi fiscali alle piccole e medie imprese.
Il progetto della Philip Morris è stato presentato il 6 novembre durante un workshop apposito organizzato dal Forum Ambrosetti, che collabora con la multinazionale per l’apertura del Disc a Taranto, ed è andato in diretta sui canali social del Corriere della Sera. A condurre il forum di oltre tre ore è stato infatti Ferruccio De Bortoli, e oltre al Sottosegretario Turco e all’ad Marco Hannappel, è intervenuto mezzo governo: Francesco Boccia, Antonio Misiani, Gian Paolo Manzella, Laura Castelli e Giuseppe Provenzano. Del resto l’iniziativa è assolutamente bypartisan alle due forze di governo. “Taranto, capitale del Green new deal” l’avevano battezzata in una conferenza stampa qualche mese fa i ministri Gualtieri e Provenzano con il segretario del Pd Zingaretti e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. E cosa c’è di più Green del tabacco. Un salotto per fumare le sigarette nella piazza più centrale e più bella di Taranto, città che di malati di tumore ne ha già tanti. Come ha ricordato lo stesso Sindaco di Taranto, che solo tre giorni fa ha listato a lutto le colonne doriche, per protestare contro l’accordo sulla statalizzazione di Ilva.
Eppure è stato proprio lui, il sindaco del Pd, ad annunciare l’istallazione del salotto per fumare le Iqos al centro città: «A margine dell’incontro è stata inoltre discussa la possibilità di aprire nella città di Taranto una presenza commerciale dell’azienda dedicata ai prodotti elettronici di nuova generazione», dichiarò Melucci il 14 ottobre dopo la visita del presidente di Philip Morris a Palazzo di Città. Neanche due mesi dopo il dehor con i divanetti “Iqos Lounge”, ha già avuto tutte le autorizzazioni necessarie per essere istallato ed aprire.
Eppure essendo la piazza di natura storica, qualunque attività richiede preventiva autorizzazione della soprintendenza poiché ci troviamo in pieno borgo umbertino e l’area in questione è vincolata ai sensi dal codice dei beni culturali. Sull’albo pretorio del Comune non vi è nessuna autorizzazione, ma la polemica monta subito in città alla vista dell’istallazione di cui nessuno in città era stato avvertito: «Come è stato possibile autorizzare una occupazione di suolo pubblico da parte di una struttura imponente ed impattante dal punto di vista dell’arredo urbano?», chiede la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Floriana De Gennaro.
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