«In questo ambizioso elenco programmatico di fine mandato, firmato dal sindaco uscente Luigi de Magistris, sarebbe stato bene trovare anche la redazione del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) che ricordo essere in fase di stesura da parte del Comune». Armando Cartenì, professore di Pianificazione dei trasporti del Dipartimento di Ingegneria dell’università Luigi Vanvitelli, evidenzia che tra i dieci progetti approvati con gli emendamenti al bilancio di previsione 2020-2022, che de Magistris pensa di concretizzare in sei mesi, manca uno che sarebbe invece molto utile alla città. Il Pums è lo strumento della pianificazione urbana sostenibile che definisce obiettivi, strategie e visione della città del futuro in un’ottica di sviluppo sostenibile che non riguarda il solo settore dei trasporti.

«Ritengo che sarebbe molto importante che questa amministrazione riuscisse a completare la redazione del Piano entro questo mandato – spiega Cartenì – così da lasciare un atto concreto di politica dei trasporti in eredità alla prossima giunta di Palazzo San Giacomo». Chi siederà sulla poltrona più importante del Municipio non troverà certo una situazione rosea: un debito di circa quattro miliardi di euro, numerose iniziative e progetti annunciati ma solo in parte realizzati, una città esasperata e stanca anche a causa della pandemia che non è ancora superata e che segnerà pesantemente l’economia e il welfare. Il primo cittadino ha stilato un elenco di iniziative che, se portate a termine, potrebbero aiutare Napoli a risollevarsi. «Ho letto con piacere che l’amministrazione ha proposto almeno quattro progetti che direttamente o indirettamente possono essere ricondotti al sistema dei trasporti cittadino», dice Cartenì. Il professore si riferisce al progetto che prevede la riqualificazione delle strade del centro storico che «sicuramente sono una priorità per la città, ma non meno di diverse altre arterie, a elevato traffico e di rilevanza anche sovracomunale, che necessitano da anni di un programma e di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria».

Cartenì parla anche del progetto per una nuova linea di filobus di collegamento del parcheggio di interscambio di Pianura con quello del Frullone, in prossimità della fermata della linea 1: «Sarebbe importante per una parte di città che necessita di un potenziamento concreto del trasporto collettivo». Ma anche la pista ciclabile e la realizzazione del Parco archeologico della Metropolitana-Linea 1 a piazza Municipio appaiono progetti interessanti, ma resta da verificare se e quando vedranno la luce la luce. «Il potenziamento della rete ciclo-pedonale, con la proposta di una pista ciclabile dedicata e protetta su corso Umberto, è un’iniziativa rilevante per la mobilità cittadina – afferma Cartenì – Ritengo questo progetto fondamentale tra quelli prioritari per la città e anche in linea con le recenti politiche nazionali legate al rilancio della mobilità post-Covid che vedono nelle infrastrutture ciclo-pedonali e della mobilità sostenibile un driver essenziale per la rinascita delle città italiane». La realizzazione di questa infrastruttura dovrebbe essere solo la prima di un progetto più ambizioso di messa in sicurezza e potenziamento della rete ciclabile cittadina.

«Ricordo che recentemente il Ministero dei Trasporti ha stanziato cospicui fondi per la realizzazione e il completamento delle piste ciclabili – spiega Cartenì – Tra questi, come riportato nella Gazzetta Ufficiale 251 del 10 ottobre scorso, è previsto uno stanziamento dedicato alla città di Napoli di circa cinque milioni di euro da erogare entro il 2021 e che potranno servire per importanti migliorie alla mobilità urbana. A patto, ovviamente, che vi sia dietro una concreta e ambiziosa progettualità».

L’ultimo proponimento che indirettamente impatterà sul sistema dei trasporti cittadini è quello della realizzazione del Parco archeologico della Metropolitana-Linea 1 in piazza Municipio. «È un’importante iniziativa turistico-culturale che completerà quello che molti già chiamano il “museo obbligatorio” della metropolitana di Napoli – conclude Cartenì – Una buona pratica architettonico-trasportistica riconosciuta a livello internazionale e che, prima del Coronavirus, vedeva circa 180mila turisti che visitavano le stazioni dell’arte ogni anno per ammirare le sue opere. Numeri confrontabili con quelli del Museo di Capodimonte o di Palazzo Reale». Tante le idee da realizzare, anche utili alla collettività, poco il tempo e pochissimi i soldi. Vuoi vedere che quest’anno il miracolo non l’ha fatto San Gennaro e lo fa Dema?

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.