Dopo la strage di Cutro
Piantedosi verso le dimissioni, le manovre di Meloni per mettere Lollobrigida al Viminale
Giorgia Meloni potrebbe esigere le dimissioni di Piantedosi e piazzare un suo fedelissimo al Ministero degli Interni. L’ipotesi circolava vorticosamente ieri in ambienti governativi. Il nome dato per probabile: Lollobrigida, il Supercognato, l’influente e sempre sgomitante marito della sorella Arianna.
Certo, la sorpresa fatta a un già balbettante Piantedosi martedì in commissione affari istituzionali al Senato dall’esponente di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, che della commissione è presidente, è stata grossa: “Se ci sono state lacune nella catena di comando per un soccorso tempestivo, noi lo dobbiamo sapere, ministro – ha detto Balboni a un imbarazzatissimo ministro – Non è una richiesta che FdI lascerà alle opposizioni. Noi siamo i primi a chiederlo, perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde ma rifiutiamo la strumentalizzazione politica“. Poi è vero che Tommaso Foti, capogruppo Fdi a Montecitorio, ha minimizzato: “Semplicemente serve a evitare le cose che sono state dette nei giorni scorsi. Almeno si fa chiarezza, anche se lo ha spiegato trenta volte il ministro che non si riusciva ad intervenire per via del mare grosso”.
Ma la mazzata era stata data e l’intenzione ostile era risultata chiarissima. Persino a Piantedosi. Fonti vicine alla presidenza del Consiglio Giorgia Meloni negano che l’intenzione sia quella di cacciare Piantedosi dal Viminale. Ammettono che le uscite del ministro sono state inascoltabili ed assai imbarazzanti per tutti, che la premier era furiosa per questo, ma fanno notare anche che prendere una distanza da quelle parole è necessario per palazzo Chigi per mantenere livelli di relazioni politicamente decenti con Bruxelles. In Europa una posizione comprensiva con le idiozie pronunciate dal ministro degli Interni del governo Meloni, alla presidente Meloni la farebbero pagare cara.
© Riproduzione riservata