Cinquant’anni. Sono passati 50 anni dalla strage di piazza della Loggia a Brescia, dove morirono otto persone e ne furono ferite 102. Oggi, nel giorno dell’anniversario, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla commemorazione della strage nel luogo simbolo, parlando di quanto successo quel 28 maggio del 1974. “Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone”, ha detto il capo dello Stato.

Mattarella e l’anniversario della strage di piazza della Loggia a Brescia

“La strage di Brescia seguì numerosi gravi episodi: pestaggi, intimidazioni, attentati neofascisti”, ha detto il presidente che poi ha ricordato “la risposta della società civile bresciana contro questa serie di inaccettabili minacce e violenze”. Secondo Mattarella, “fu, allora, che il terrorismo nero decise di alzare il livello di azione criminale. L’intento degli attentatori era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia”.

“Superato lo sconvolgimento iniziale, la risposta di Brescia all’intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata; e rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze e idealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive, tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e ignobile di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica” ha aggiunto il presidente.

“Quella che va dalla strage di Piazza Fontana del 1969, fino a quella di Bologna del 1980, “la più grande strage del terrorismo neofascista”, e “nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro”, fu “una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze. Ma il desiderio di verità e giustizia non si è fermato” ha spiegato Mattarella.

In un altro passaggio durissimo, il presidente della Repubblica parla delle complicità attorno alla strage di Brescia. “Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese”, per Mattarella. “Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori” ha concluso il capo dello Stato.

Redazione

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