L'accusa di tentato omicidio
Pietro Costanzia di Costigliole, chi è il ragazzo “nobile” fermato per l’aggressione con il machete di Torino
L’agguato di Mirafiori Nord di lunedì pomeriggio è costato l’amputazione della gamba ad O.B., 23 enne aggredito in strada a colpi di machete da due individui col volto coperto da casco.
I reati commessi in Spagna
Dopo aver ascoltato la fidanzata di B. presente al momento dei fatti, e ricostruito le motivazioni che potrebbero aver spinto il responsabile ad agire, le forze dell’ordine nelle ultime ore hanno fermato il presunto responsabile: si tratta di Pietro Costanzia di Costigliole, 23enne originario di una nobile famiglia piemontese, che nega però ogni coinvolgimento: “Io non c’entro nulla, non ho neppure una moto”. Rintracciato dagli investigatori della squadra Mobile di Torrino ieri mattina, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto con l’accusa di tentato omicidio. “In Hotel – ha raccontato alla polizia -, mi stavo nascondendo dalle forze dell’ordine spagnole”. Pietro, che ha studiato marketing e vissuto a Barcellona, parrebbe infatti destinatario di un ordine di cattura internazionale per reati commessi in Spagna. La polizia è ancora sulle tracce del secondo complice, che lo avrebbe accompagnato in moto.
L’aggressione
Il fatto è avvenuto lunedì in via Panizza 3, attorno alle 18, quando il 23enne esce dalla casa di un amico insieme alla sua fidanzata, di 20 anni, e si avvia per strada su un monopattino. Poco dopo un T-Max con due individui a bordo accosta: il passeggero dello scooter brandisce un’arma e, nonostante il tentativo di difesa del giovane, gli infligge una ferita piuttosto grave alla gamba già solo con un colpo, probabilmente utilizzando un machete o una roncola. Nonostante le suppliche del giovane (alla scena assistono anche testimoni dai palazzi) l’aggressore continua a colpirlo. Un soccorritore stradale e due carabinieri fuori servizio intervengono e forniscono cure mediche in attesa dell’arrivo dei soccorsi: uno dei carabinieri utilizza una cintura per fermare l’emorragia stringendo l’arto del giovane. Successivamente, un altro militare dell’arma, accorso per caso, capendo la gravità della situazione, stringe ulteriormente la fasciatura attorno alla gamba utilizzando un manico di scopa.
Il ricovero e l’amputazione
Subito ricoverato, dopo un intervento chirurgico delicato per rivascolarizzare la gamba, il quadro clinico del giovane peggiora nella serata di ieri a causa della perdita di sangue e, alla fine, la gamba viene amputata. Ascoltata la fidanzata del giovane, che ha identificato l’aggressore. L’individuo avrebbe minacciato il O.B. nei giorni precedenti. Alla base della disputa ci sarebbero stati motivi di gelosia. L’aggredito avrebbe infatti fatto delle inequivocabili ed esplicite avances alla ragazza dell’aggressore, arrivando – così come riportato da La Stampa – a mostrarle i genitali. “Motivo d’onore” sul quale si stanno concentrando le indagini, pur lasciando aperte altre piste. Sono ancora in corso le indagini per rintracciare l’arma utilizzata, così come il complice del sospettato, latitante.
© Riproduzione riservata