Dal governo le informazioni sulla ripartizione dei fondi del PNRR arrivano con il contagocce. È per questo che da cronisti siamo andati a spulciare i dati della relazione Semestrale finalmente pubblicata sul sito e abbiamo potuto constatare alcuni elementi interessanti: la ripartizione dei fondi spesi è molto eterogenea tra i dicasteri. Il ministero che finora ha speso la quota più alta del budget assegnato dal Pnrr è il quello degli Esteri con un 45% di spesa.

Quello che ha speso meno è il ministero dell’Agricoltura (e della Sovranità alimentare) che ha speso solo l’1% dei quasi 4 miliardi di euro assegnati. E non va molto meglio per il Ministero della Salute, che pure arranca con l’1%, riferito però ad un ammontare di quasi 79 milioni di euro spesi sugli oltre 15 miliardi di stanziamento europeo. E andrebbe qui ricordato come il PNRR sia partito proprio per far fronte all’emergenza sanitaria e far ripartire l’Europa – e l’Italia, paese più colpito – dal punto di vista dell’aggiornamento sanitario, ma anche tecnologico e logistico in funzione di superamento dei ritardi strutturali. Il dipartimento degli Affari regionali e delle autonomie godrebbe di 135 milioni di euro di finanziamento, ma la spesa sinora sostenuta è di soli 44 mila euro.

Davvero poco. Ancora briciole, come sono quelle che riguardano la Trasformazione digitale. Ma come, non doveva essere quello il fulcro dell’ammodernamento di sistema cui doveva tendere la strategia iniziata da Draghi e ereditata da Meloni? Sui quasi 13 miliardi stanziati dall’Europa, sono 246 milioni quelli utlizzati. Il 2%. Va un po’ meglio per il Ministero dell’Istruzione: il dicastero guidato da Giuseppe Valditara avrebbe diritto a 17 miliardi e mezzo in tutto, ne ha speso uno e centosessantaquattro milioni. Il 7%. E se la Giustizia è la grande malata d’Italia, e i suoi ritardi rimangono l’autentica palla al piede che blocca il sistema, allontana gli investitori e guadagna ogni anno nuovi richiami europei sul piano della lesione del diritto, con i conti del PNRR siamo ancora in alto mare. Sui 2 miliardi e 679 milioni stanziati, il ministero di Carlo Nordio ha portato a termine progetti per 247 milioni e 842 mila euro, ovvero il 9%.

La maggior parte delle amministrazioni, comunque, ha registrato un livello di spesa inferiore alle previsioni che denota un ritardo nella fase di definizione e avvio delle misure che potrebbe incidere sulla effettiva realizzazione dell’intero Piano con particolare riferimento al pieno raggiungimento degli obiettivi finali” si legge nella bozza della Relazione. Il ministero delle infrastrutture e dei Trasporti con 39 miliardi di euro di risorse è l’amministrazione centrale che gestisce oltre il 20 per cento delle risorse totali previste dal PNRR e ha registrato un livello di spesa al 12 per cento. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è responsabile di 34 miliardi pari al 18 per cento del piano e ha fatto registrare una spesa del 25 per cento, tale risultato è imputabile al Sismabonus ed Ecobonus.

La terza amministrazione centrale in termini di assegnazione delle risorse è il Ministero delle imprese e del made in Italy con il 10 per cento del totale delle risorse del Piano e ha fatto registrare un livello di spesa raggiunto pari al 33 per cento, si legge nella bozza. Oltre ai ministeri, gli enti locali si stanno attrezzando per ottimizzare e velocizzare le proprie macchine burocratiche. “I Comuni italiani hanno partecipato in maniera massiccia ai bandi relativi alle misure del Pnrr sul tema dei rifiuti, per la realizzazione di impianti di trattamento delle frazioni differenziate e per la meccanizzazione dei servizi di raccolta differenziata”, fa sapere l’ANCI in una nota.

Aldo Torchiaro

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