La lettera
Poggioreale è il fallimento del carcere, noi politici dobbiamo fare qualcosa
Caro Riformista,
la scorsa settimana mi sono recato insieme ad una delegazione di deputati e di consiglieri regionali in visita al carcere di Poggioreale. E’ stata un’esperienza forte. Sono fortemente colpito. Per me si è trattato della prima volta in visita ad un istituto penitenziario. Vedere come sono costretti a vivere esseri umani è stato davvero dura. Siamo stati accolti dal direttore e dalla polizia penitenziaria che ci ha accompagnato con grande disponibilità durante tutto il percorso. Anche loro in un certo modo vivono le stesse difficoltà. Un’esperienza che mi ha segnato profondamente. Da politico sento adesso il dovere di impegnarmi in un campo che la politica trascura non poco. Personalmente da consigliere regionale farò quanto nelle mie possibilità per intervenire.
Ritengo però che il prossimo parlamento dovrà occuparsi del problema delle carceri. In un paese civile non si può accettare che esseri umani, che avranno pur commesso errori e pesanti anche, non lo metto in dubbio, restano pur sempre esseri umani, vivano in condizioni impossibili. Per esperienza diretta parlo del carcere di Poggioreale, l’unico che abbia conosciuto. Ci saranno anche eccezioni, strutture in cui le condizioni di vita saranno sicuramente migliori. Ma conoscendo le cose italiane, e dopo aver parlato con detenuti e polizia carceraria, sono convinto che la situazione sia simile in tanti altri istituti carcerari. Bisogna fare assolutamente qualcosa, intervenire sul piano parlamentare. Il nuovo parlamento eletto avrà tante cose di cui occuparsi, ma sarebbe delittuoso a mio avviso continuare a trascurare questo.
Non si tratta solo di adeguare le infrastrutture, per quanto è innegabile che vedere sette, otto detenuti in celle di pochi metri in cui al massimo potrebbero vivere due persone è un qualcosa di insopportabile. Mancanza di spazi per socializzare, servizi igienici inadeguati, pochi se non inesistenti strumenti per fare attività fisica, rappresentano senza dubbio il fallimento del sistema carcerario italiano. Il carcere di Poggioreale ne è davvero l’esempio, nonostante la risposta dei detenuti per ciò che riguarda l’assistenza e il trattamento da parte del personale penitenziario, medico e degli assistenti sociali è stato positivo. Ricordo a tutti che un carcere è per sua stessa definizione un istituto di correzione. Il che significa che si dovrebbe fare qualcosa per migliorare le persone che dopo aver sbagliato entrano in questi luoghi.
Faccio fatica a credere che il carcere, quanto meno il carcere di Poggioreale, assolva a questa funzione così come oggi nella sua struttura viene presentato. Personalmente da consigliere regionale mi batterò affinché arrivino fondi destinati alla formazione, elemento essenziale per il recupero dei detenuti. Chi esce dal carcere dovrebbe avere imparato un mestiere o quanto meno recuperato alla vita sociale. Oggi temo non sia così. Ma serve un intervento deciso anche a livello nazionale. Il prossimo Parlamento dovrà occuparsene.
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