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Politica unita nel cordoglio per Papa Francesco, Mattarella: “Un punto di riferimento”
Il messaggio del Capo dello Stato: «Un amico, lascia un grave vuoto». Meloni ricorda il «coraggio» del Pontefice. Calenda: «Una guida spirituale». Schlein rimarca l’impegno green, Salvini rilancia il disarmo.

Il Papa che muore rappresenta, al termine di un Pontificato dodecennale, un punto di riferimento che scompare. Lo fa notare con malcelato dolore il Capo dello Stato. Papa Francesco non c’è più. E «lascia un grave vuoto», sottolinea Sergio Mattarella. Viene meno un «punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato». «Ho avuto il privilegio di godere della sua amicizia, dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, che non sono mai venuti meno neanche nei momenti di prova e di sofferenza», ricorda la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che guarda al «coraggio» che ha avuto Bergoglio nel «cambio di rotta, per percorrere una strada che non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce».
«Cammineremo in questa direzione, per ricercare la strada della pace, perseguire il bene comune e costruire una società più giusta e più equa», promette la premier. Di una «guida spirituale di immenso carisma» parla il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ricorda quella sua capacità di avvicinare la Chiesa a tutti «con una particolare attenzione a chiunque fosse in difficoltà». Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ne ricorda le «parole di pace, i gesti di misericordia e il costante richiamo alla fratellanza tra i popoli» che, sottolinea, «resteranno un faro per le generazioni future».
Non dimentica, tra gli altri, l’impegno green di Papa Francesco la leader del Pd, Elly Schlein. «Credo che questo potentissimo messaggio di pace e di stabilità resterà e seguirà, continuerà a fare segno anche dopo la sua scomparsa», scandisce la segretaria Dem. L’Italia è in lutto e la cristianità è in lutto. «Ma sono in lutto anche tutte le persone che si battono per la pace, perché il messaggio forte lanciato fino all’ultimo istante della sua vita è stato quello di lavorare per la pace», riflette il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Sullo stesso tema si sofferma il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini: «Non c’è possibilità di pace senza un disarmo, penso che il Papa sia sempre stato assolutamente irremovibile e la pace è un valore irrinunciabile».
L’ex premier e leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ricorda una delle immagini più potenti ed emblematiche dell’intero Pontificato, l’invocazione in una piazza San Pietro deserta, il 27 marzo del 2020: «Credo che tutti abbiamo nella mente questo ricordo, collegandosi in preghiera con tutti i fedeli di tutto il mondo, ricordava che siamo in una tempesta, eravamo stati travolti da una tempesta inaspettata, una tempesta furiosa e il grande messaggio è che nessuno può salvarsi da solo, dobbiamo rimanere tutti insieme».
Solo ieri, riflette il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, il suo ultimo viaggio con la Papamobile: «È il simbolo del suo vivere in mezzo alla sua gente, al suo popolo. Sia in chi crede, sia in chi non crede il Papa argentino lascia una traccia profonda – afferma – Nel cuore di chi lo ha incontrato rimane soprattutto il tratto di una affettuosa umanità e di una vivace curiosità per il mistero dell’altro». Con la scomparsa di Papa Francesco il mondo «perde una guida spirituale capace di parlare a credenti e non credenti, un Pontefice che ha incarnato con semplicità e determinazione i valori della giustizia sociale, della pace e della dignità umana», fa eco il segretario di Azione, Carlo Calenda. «Il suo impegno per i più deboli, per il dialogo tra i popoli e per un cristianesimo autentico – scrive – resterà un esempio per tutti».
Per la senatrice Mariastella Gelmini, Noi Moderati, quella di Papa Francesco è «una scomparsa che lascia un grande vuoto, non solo nel mondo della Chiesa. Proprio ieri ci ha ricordato il valore della vita: “La Pasqua è la festa della vita. Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga”. Ha voluto fino all’ultimo momento, nonostante la sofferenza, continuare il suo impegno a favore della Chiesa e degli ultimi».
Francesco Rutelli, che da sindaco aveva coordinato il Grande Giubileo del 2000, aveva incontrato Bergoglio numerose volte; con lui aveva condiviso «la speranza che questa duplice universalità – cristiana e romana – si renda utile nuovamente nei tempi difficilissimi che attendono il mondo». L’attuale sindaco di Roma, città di cui Papa Francesco è stato vescovo fino a ieri, lo ricorda laicamente: «I romani volevano bene a Papa Francesco, Papa Francesco amava Roma, amava questa città, i suoi abitanti. È stato un vescovo vicino alle persone, tra le persone, guardava le persone negli occhi, era vicino in particolare ai più fragili e ai più deboli». Ieri si è riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza; le esequie si terranno nei prossimi giorni.
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