Fallisce la campagna acquisti
Polonia, Tusk eletto (ancora) nuovo premier: ritorno trionfale
La campagna acquisti non è andata in porto: i tentativi del PiS, il partito di destra polacco al governo da 8 anni e che esprime anche il presidente della repubblica Duda, di conquistare con nomine e regalie pezzi dei partiti di opposizione e garantire così altri 4 anni di governo al premier uscente Mateusz Morawiecki, sono stati alla fine vani. E così ieri Morawiecki, per la terza volta da quando Duda gli aveva dato l’incarico di formare il nuovo governo, è stato battuto in Parlamento ottenendo solo 190 voti a favore, con i 266 contrari. Alla fine di questa giornata che passerà alla storia in Polonia, Donald Tusk, il leader dell’opposizione, è stato eletto come primo ministro dai deputati della fu opposizione, con 248 voti a favore e 201 contrari. I polacchi sono stati tutto il giorno incollati alle dirette ed ai quotidiani online, persino in cinema le cui sale sono state eccezionalmente aperte per poter seguire il dibattito in Parlamento, con picchi di 250.000 ascoltatori della diretta di YouTube.
È un ritorno trionfale per Tusk, 66 anni, che è stato primo ministro tra il 2007 e il 2014 prima di lasciare la politica interna per diventare presidente del Consiglio europeo. Tuttavia, avrà davanti molte sfide impegnative da affrontare. La sua coalizione sarà sì ampia, ma non particolarmente coesa, soprattutto in tema dei diritti (il PiS si era infatti molto caratterizzato sulle leggi contro l’aborto ed i diritti LGBTQ+). Inoltre c’è una situazione economica difficile da gestire, con un bilancio da approvare prima della fine dell’anno e Tusk avrà anche da ricucire con l’UE, rimettendo mano alle numerose leggi approvate dal PiS che, limitando l’autonomia della magistratura e permettendo ad aziende del parastato di acquistare i principali media nazionali controllandoli e portando ad una limitazione di fatto della libertà di stampa, avevano fatto infuriare Bruxelles.
In tutto questo, Andrzej Duda rimarrà presidente ancora per due anni e non mancherà di esercitare il diritto di veto, per battere il quale attualmente Tusk non ha i voti necessari. Lo stesso PiS, poi, rimane come gruppo parlamentare più numeroso, la qual cosa gli permetterà di esercitare la sua influenza sugli anni a venire: ieri sera più d’uno degli esponenti del PiS ha tenuto alto il livello dello scontro, ad iniziare dall’ex premier Kaczyński che ha parlato di “fine della democrazia”. Insomma, non sono tutte rose e fiori, tutt’altro. In ogni caso la giornata di ieri in Polonia è stata storica ed è una vittoria della democrazia e dell’Europa: con i venti che spirano in molti altri Paesi europei, come raccontiamo negli altri due articoli di questa pagina, già questo è buon motivo per rallegrarsene.
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