È altissima la tensione a Gerusalemme Est. Dopo l’attacco che venerdì aveva causato la morte di sette persone, un nuovo attentato si è consumato a Silwan, quartiere popolato principalmente da palestinesi a Gerusalemme est. Questa volta però senza vittime Le forze dell’ordine hanno fermato un ragazzino di 13 anni.

Secondo la Radio militare l’adolescente è rimasto ferito in modo grave dopo l’attacco dal fuoco di due civili israeliani armati. Avrebbe sparato a un uomo di 47 anni e al figlio di 22. Entrambi sono stati trasportati all’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme. Stando alle prime informazioin sarebbero in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

L’attacco segue uno dei più cruenti e gravi degli ultimi anni: sette persone uccise mentre stavano uscendo da una sinagoga nel quartiere di Neve Yaakov, a una decina di chilometri a nord del centro della città, abitato da israeliani ultraortodossi. Responsabile un 21enne, Alkam Khairi. La polizia israeliana nella notte ha arrestato almeno 42 persone considerate in qualche modo legate all’attentato. Gli agenti hanno fatto sapere che tra gli arrestati ci sono anche diversi familiari di Khairi, che abitano tutti nel quartiere di A-Tur, sempre a Gerusalemme est.

Era dal 2008 che un attacco a Gerusalemme non riportava un bollettino di vittime così alto. L’attentato era seguito all’uccisione di almeno dieci palestinesi a Jenin, in Cisgiordania, in un’azione dell’esercito israeliano. Gerusalemme resta una città contesa: rivendicata come capitale del proprio Stato sia dagli israeliani che dai palestinesi. La città è divisa in due dal 1949, dalla prima guerra tra arabi e israeliani vinta dai secondi. Il territorio a est della Greenline doveva essere amministrato dalla Giordania: a Gerusalemme est si trovano il centro storico, la città vecchia, alcuni dei luoghi sacri più importanti per cristianesimo, ebraismo e islam.

La Guerra dei Sei giorni del 1967 portò all’intera occupazione di Gerusalemme Est da parte di Israele. Da quel momento quella parte di città è sotto il controllo militare israeliano, separata dal resto della Cisgiordania da un muro costruito dagli stessi israeliani. L’ONU non ha mai riconosciuto l’annessione da parte di Israele, nonostante la proclamazione a capitale ufficiale dello Stato.

Avatar photo