La Procura attende i Ris
Pozzolo, lo sparo a Capodanno e il castello di bugie: Delmastro tace, attesi chiarimenti da Nordio
Undici giorni dal fattaccio e tutto tace. Lo sparo al veglione di Rosazza non ha ancora visto diradarsi il fumo. Le incognite sono tutte lì, a comporre i capitoli di un vero giallo. Un poliziesco: tante, in effetti, erano le divise presenti sulla scena del crimine. Ma la pistola fumante è una sola. In mano a chi era? E perché c’erano fior di agenti, ufficiali e sottufficiali della Polizia Penitenziaria e della Polizia di Stato? La festa era in un locale della Pro Loco, dunque – si presume – pubblico. È stato dato a titolo gratuito o a pagamento, dalla sindaca-sorella? E la festa era aperta a tutta la cittadinanza o era su invito? Le domande senza risposta sono ancora aperte. Affatto squadernato è il punto sul Sottosegretario alla Giustizia – attenzione: con delega alla Polizia Penitenziaria – Andrea Delmastro.
Caso Pozzolo, “il castello di bugie” verrà giù
E oggi, al Question Time al Senato, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà nel merito ad una interrogazione a firma di Matteo Renzi. Che punta i riflettori proprio sul Sottosegretario. “Delmastro dovrebbe dimettersi immediatamente togliendo la presidente Meloni dall’imbarazzo. Ha organizzato un veglione con pistole, ha usato la polizia penitenziaria come un club di amici, sa benissimo che qualcuno sta mentendo ma non ha aiutato a chiarire. Ma in vicende del genere prima o poi qualcuno parlerà. E il castello di bugie verrà giù tutto insieme”, ha detto il senatore Renzi. Delmastro in questa vicenda è centrale. Aveva organizzato lui la festa, disposto gli inviti, apparecchiato la tavolata con la scorta. È anche un po’ il padrone di casa, per Fdi: è il deputato di Biella e ‘garante’ della candidatura dell’amico Emanuele Pozzolo, vercellese.
Sono tutti e due meloniani di stretta osservanza, ma Giorgia Meloni, che trova il tempo per parlare un po’ di tutto, sulla vicenda tace. I suoi social sono infarciti di altre notizie, mentre BBC World, per dirne una tra le tante, rimanda in onda la notizia in tutto il pianeta. “Per quanto ne so Pozzolo ha il porto d’armi… dunque aveva con sé la sua pistola”, aveva detto nella conferenza stampa di inzio anno. Fingendo di non sapere – perché sicuramente lo sa – che il porto d’armi per ragioni di difesa personale interessa il percorso casa-lavoro del suo titolare ed esclude categoricamente la facoltà di portare con sé l’arma in occasioni pubbliche, tantopiù – e qui interverrebbe il buon senso – quando si tratta di feste con bambini. Così la sospensione di Pozzolo dal gruppo parlamentare e il suo deferimento al consiglio disciplinare del partito è suonato fiacco, un proforma per calciare la palla in tribuna, lontano dal campo.
Le indagini della Procura in attesa dei Ris di Parma
Tanto che i componenti dell’organismo di via della Scrofa ancora ieri non avevano ricevuto la mail di convocazione. Al momento il deputato è semplicemente sospeso. Né la giustizia corre troppo. Dopo essere stato sentito dai carabinieri subito dopo lo sparo nella notte dell’1 gennaio, Pozzolo attende di essere convocato in procura a Biella, ma il suo interrogatorio non avverrà prima dell’arrivo degli esiti dello Stub, il test che verifica la presenza di polvere da sparo, e della consulenza balistica per capire come e a dove sia partito il colpo dal mini revolver. Chi deve dare l’esito del test, i Ris di Parma, non sembra voler stabilire record di velocità nella consegna del referto. “Lo Stub è stato eseguito in loco”, fanno sapere gli inquirenti, “poco dopo l’evento”. E siamo a undici giorni. Quanto tempo occorre per effettuare questa verifica? Al Palazzo di giustizia di Biella al momento non sono previsti altri interrogatori, dopo un inizio di settimana nel quale sono stati sentiti alcuni partecipanti alla festa tra cui il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, la sorella Francesca e l’assessore al Comune di Biella Davide Eugenio Zappalà.
La difesa di Pozzolo e le risposte attese da Nordio
Gli inquirenti hanno acquisito, tra l’altra documentazione, le dichiarazioni di due testimoni secondo i quali la pistola al momento dello sparo era nelle mani di Pozzolo. Ma quest’ultimo, così come già dichiarato subito dopo l’incidente, continua a negare di essere stato lui a sparare. Tuttavia, non vengono fornite altre ipotesi. Quella della pistola accidentalmente caduta a terra è stata smentita da numerosi testimoni oltre che dai periti balistici. Torniamo a via della Scrofa, dove la clessidra scorre lenta. Pozzolo viene informato del provvedimento disciplinare invocato in diretta Tv dalla premier. ‘’Accetto’’ la sospensione, ‘’perché so che cos’è un partito. E ribadisco che spero che la verità dei fatti emerga. Per prima cosa ne parlerò con la magistratura. Sono sereno. E sono convinto – prosegue Pozzolo – che l’incidente sarà qualificato come tale. Comprendo le ragioni mediatiche di alcune scelte. Ma sono certo che un partito che si fonda sul concetto di lealtà, su quel concetto si incardini e si incardinerà per sempre’’, dice il deputato di Fratelli d’Italia. ‘’Non ho sentito Andrea’’, aggiunge riferendosi al sottosegretario Delmastro. ‘’Ho tanti amici. Nel partito, così come non nel partito. E mi piace ricordare che l’umanità è trasversale. Non è di destra, né di sinistra. Così come l’odio, ahimè, verso di me e la mia famiglia. Anche l’odio è trasversale’’. La parola oggi torna alla politica. E al Ministro Nordio, da cui si aspettano risposte.
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