Il vertice di Parigi fra il presidente Emmanuel Macron e i due ospiti americani, il Segretario di Stato Marco Rubio, l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e il ministro degli esteri francese, Jean-Noel Barrot, è consistito in un lungo “dejuner de travail”, un pranzo di lavoro con menù proteico e vini leggeri. Un pranzo su una tavola lunghissima in un salone di rappresentanza sul quale è caduto un fulmine alle 14:57, tre minuti prima dell’inizio, quando Macron stava ancora salutando al telefono Volodymyr Zelensky, che vive in costante tensione e che ha un continuo e teso colloquio con Donald Trump.
Tutti sanno che il Presidente ucraino non si è mai ripreso dalla bruitale aggressione di Trump e di JD Vance, specialmente per la feroce battuta: “Lo abbiamo lasciato parlare affinché tutti gli americani si facessero un’idea di che tipo è quest’uomo che vuole portarci alla terza guerra mondiale”. Da allora Zelensky è stato preso in carico dagli specialisti del Foreign Office inglese spediti da Keir Starmer per un addestramento su come si affrontano in diplomazia gli avversari. Ma l’ucraino è sempre più angosciato e passa molto tempo in un dialogo continuo con i leader europei.
Il pranzo
E dunque ieri, prima di sedersi a tavola, Macron gli ha fatto una telefonata per rassicurarlo. La Francia non avrebbe svenduto l’Ucraina. Il colpo di mortaio è arrivato quando il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, nel suo discreto inglese ha minacciato di nuovo la guerra contro l’Europa a causa delle intenzioni di riarmo. Dopo aver beffeggiato Ursula von der Leyen adesso ha preso di petto come “nuovo mezzo Führer” il cancelliere non ancora insediato Friedrich Merz, sostenitore della linea durissima contro Mosca e del riarmo. Macron leggeva a tavola i dispacci che le agenzie diffondevano e ne faceva avere copia agli ospiti americani, chiedendo, con finto candore, in che modo la Casa Bianca reagirebbe in un caso analogo. Dopo i carri armati Leopard, dopo gli F-16 americani e i sistemi Atacms, il nuovo bersaglio sono i missili tedeschi Taurus che Berlino intende fornire agli ucraini.
Le munizioni che mancano
Maria Zakharova, portavoce ufficiale del ministero degli Esteri e del Cremlino, ha dichiarato alle 15:22 che “un attacco alle postazioni russe con i missili Taurus sarebbe considerato a Mosca come una partecipazione diretta sul campo di battaglia della Germania, affiancando le “ostilità del “regime di Kyiv””. Le ha risposto Armin Papperger della fabbrica Rheinmentall che produce i missili da crociera Taurus, dichiarando che l’Ucraina ha bisogno di normali obici, con milioni di munizioni che mancano. Secondo indiscrezioni, l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff è rimasto impassibile, mentre Rubio prendeva atto di questo sviluppo. In serata, non si sarebbero fatte attendere le repliche di Zelensky proprio agli indirizzi dell’inviato speciale di Trump, accusato di aver “adottato la strategia russa” e di averne “diffuso la narrazione”.
Le truppe “ready to combat”
Ritornando al vertice, Macron ha mantenuto una linea sobria come padrone di casa e ha ricordato che l’Europa si augura sempre di avere al proprio fianco l’alleato americano. Ha aggiunto poi che il Vecchio Continente, e in particolare il suo Paese e il Regno Unito, intendono dispiegare in Ucraina le proprie truppe armate, “ready to combat”. Ma su questo punto esistono posizioni diverse. Sempre ieri, sempre durante il pranzo di lavoro, alle 15,53 è arrivato un nuovo dispaccio, stavolta da Londra, con cui il Regno Unito informa di aver sperimentato con successo un formidabile sistema di difesa aerea a energia diretta, già anticipato da The Time, che funzionerà insieme ai cannoni al laser DragonFire e sarà in grado di abbattere, con una sola emissione di energia, droni e messili. La nuova arma è costata quaranta milioni di sterline, ma ogni tiro costerà soltanto dieci pence.
Inglesi e francesi, ha ricordato Macron ai suoi ospiti, sono per ora divisi dal punto di vista dell’impiego militare in Ucraina in caso di tregua. I francesi sono per l’invio di soldati armati a tutela dell’ipotetico cessate il fuoco, mentre gli inglesi sono più inclini a schierare una forza aerea e contraerea senza esporre truppe al conflitto. Ieri, i giornali transalpini riferivano che i servizi di intelligence hanno scoperto e neutralizzato una potentissima rete russa di sabotatori elettronici e si può dire che, mai come in questo momento, i rapporti fra Parigi e Mosca sono stati peggiori. Ma Macron è stretto fra l’estrema destra e la sinistra dopo la sconfitta del suo centro, abbandonato sia dai socialisti che dai gaullisti. Gli americani sostengono, senza dirlo apertamente, che la sua debolezza interna rende poco credibili le sue iniziative estere. Ieri sera i leader erano alla ricerca di una comune valutazione delle brusche reazioni russe, improbabile per il silenzioso mastino Steve Witkoff, che in pochi giorni ha già bevuto due tè con Putin a Pietroburgo.