Le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa sul premierato e il ridimensionamento dei poteri del Colle fanno discutere ancora la politica. Pd e Cinque Stelle evocano lo spettro della dittatura e del premier «Re» che riduce il Capo dello Stato a un notaio. Lega e Forza Italia lasciano la prima linea della difesa di La Russa a Fratelli d’Italia. Mentre il Quirinale resta in silenzio, pur temendo l’approvazione di una riforma costituzionale a colpi di maggioranza. Senza il coinvolgimento di almeno parte delle opposizioni. Sullo sfondo, in alcuni settori del Pd e del centrodestra, si spera che le polemiche di questi giorni portino a una posizione più sfumata da parte di Palazzo Chigi. Con l’augurio che il tempo ammorbidisca gli spigoli, portando a modifiche del testo in Parlamento, capaci di allargare il perimetro dei sostenitori della riforma, così da evitare lo show down di un referendum pericoloso per tutti. Riepiloghiamo.

Premierato, le parole di La Russa e le accuse indirette al presidente della Repubblica

La Russa lunedì alla cerimonia dello Scaldino, a Palazzo Madama, aveva parlato di un testo, quello sul premierato voluto dal centrodestra, “che riporta i poteri del Colle al testo della Costituzione”. Se ne deduce che, secondo la seconda carica dello Stato, il presidente della Repubblica in passato avrebbe abusato delle sue prerogative costituzionali. Il fondatore di FdI lo ha spiegato: “C’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva”. Dopo il polverone, La Russa prova a correggere il tiro: “Colpa mia che dimentico sempre che quando si parla di riforme bisogna stare attenti a chi non capisce per analfabetismo costituzionale o a chi fa finta di non capire per inveterata malafede”. Quindi parla di “totale rispetto verso il presidente Mattarella”.

Mentre il disegno di legge sul premierato arriva in Commissione Affari Costituzionali al Senato, è ancora Fratelli d’Italia a fare da scudo a La Russa. “Mi sembra che il presidente La Russa abbia detto ieri con molta chiarezza che il rispetto per il presidente della Repubblica è totale, consolidato nel tempo non solo per il ruolo che ha oggi ma per il ruolo che nel tempo ha visto il presidente La Russa avere grande stima, come tutti noi, per il presidente Mattarella”, si immola Francesco Lollobrigida, peso massimo di FdI, ministro per la Sovranità Alimentare, uomo notoriamente vicinissimo a Meloni. Dagli altri partiti della maggioranza si esprime una parlamentare che non è proprio una esponente di prima fila. Parla la senatrice Michaela Biancofiore, presidente dei Civici d’Italia, Noi Moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie. “La Russa ha solo esposto con assoluta chiarezza quanto pensa sulla proposta di premierato all’esame del Senato con le variabili possibili. Nessun attacco al presidente Mattarella né alla Presidenza della Repubblica. Purtroppo, una larga parte dell’opposizione, a corto di idee e divisa al suo interno – ieri la presa di posizione di Conte contro la Schlein è una ulteriore conferma – continua a mistificare la realtà”, spiega Biancofiore.

Premierato, i timori di Gianni Letta e il silenzio di Mattarella

Sottotraccia, da Forza Italia e dalla Lega c’è anche chi ricorda le perplessità di Gianni Letta sul premierato, che qualche settimana fa ha espresso il suo timore proprio sul ridimensionamento dei poteri del presidente della Repubblica. Nel frattempo, sempre rigorosamente a taccuini chiusi, centrodestra e centrosinistra si interrogano sulle mosse di Sergio Mattarella e dei loro rispettivi avversari. La maggioranza accusa il Pd e il M5s di voler trascinare il Quirinale nella lotta nel fango contro il governo Meloni. I giallorossi pensano che le frasi di La Russa siano una “provocazione” indirizzata proprio al Colle, con l’obiettivo di additare la presidenza della Repubblica come “una controparte politica”. Il tutto con la benedizione di Palazzo Chigi. Speculazioni, veleni, sospetti. E c’è da scommettere che andrà avanti così, in un crescendo, almeno fino al referendum, sempre se un voto referendario ci sarà. I partiti attendono anche i prossimi interventi di Mattarella, alla ricerca di un “monito” o comunque di un segnale, di qualche messaggio più o meno criptato da utilizzare come un’arma contro gli avversari politici.

In attesa di una svolta, la giornata scivola via prevedibilmente, tra le dichiarazioni rabbiose di Pd, Movimento Cinque Stelle e rossoverdi e il silenzio interessato degli alleati di Giorgia Meloni. L’ex ministro dem Graziano Delrio a Repubblica denuncia “l’attacco della destra all’equilibrio dei poteri fissato dalla Costituzione”. L’altro ex ministro del Pd Andrea Orlando dice che “il premierato è un espediente per riproporre il presidenzialismo”, con lo scopo della “messa in discussione del Capo dello Stato e del parlamentarismo”. Il senatore dem Dario Parrini spiega che la bozza del centrodestra è “una roba venezuelana”, che “umilia il Capo dello Stato e il Parlamento”. Dal M5s la vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino tracima: “La destra vuole incoronare il nuovo Re d’Italia”. Per Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, le parole di La Russa sono “inaccettabili”. Schermaglie, come dicevamo. Intanto prosegue l’iter a Palazzo Madama. In Commissione Affari Costituzionali sono previste per martedì 9 gennaio nuove audizioni sul ddl Premierato. Il giorno successivo inizierà la discussione generale che dovrà concludersi entro il 19 gennaio. Mentre il termine degli emendamenti è fissato entro il 29 gennaio. Tra gli auditi, fa sapere il presidente della Commissione Alberto Balboni di FdI, ci saranno anche esperti francesi e tedeschi.