La commissione Giustizia della Camera ha condannato la prescrizione, ma il provvedimento torna in aula per una votazione plenaria il 27 gennaio. Ancora a caldo rispetto all’esito delle regionali, con qualche speranza che l’emorragia del M5s e le riflessioni in casa Dem possano cambiare gli equilibri. Questo il wishful thinking che circolava ieri al convegno garantista “L’omicidio della ragionevole durata del processo”. In omaggio alla canzone di Gino Paoli, ieri Forza Italia ha riunito un panel di esperti per denunciare “la drammatica controriforma” del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Una battaglia che Forza Italia intende giocare sino alla fine, a sostegno della proposta di legge promossa da Enrico Costa, bocciata ieri in Commissione: «Ieri – attacca la capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini – abbiamo perso ma è solo il primo tempo, certamente non tutta la partita che non è assolutamente finita: faremo di tutto in vista del 27 quando la legge Costa arriva in Aula. Ora speriamo che non passi questo grave vulnus alla nostra civiltà giuridica».

Durissima anche la capogruppo azzurra al Senato, Anna Maria Bernini, secondo cui questa riforma è “un atto di inciviltà giuridica da parte di due avvocati, Conte e Bonafede. Aderire a questa riforma – aggiunge – vuol dire sposare in pieno la filosofia di Davigo, massimo esponente di questo giacobinismo arrembante, il quale continua a ripetere che nel processo la difesa ha fin troppe garanzie». A provare a fermare la riforma Bonafede è stato il deputato Enrico Costa, la cui Pdl è stata affossata due giorni fa in commissione Giustizia. È lui, al convegno, a parlare di un «Pd imbarazzatissimo, ha parlato di “ergastolo processuale”, di “fine pena mai”, di “incostituzionalità”, ma poi si sono rimangiati tutto sulla base del lodo Conte, che significa distinguere i condannati in primo grado dagli assolti in primo grado, una palese violazione della Costituzione. Il 48 % delle sentenze di primo grado sono appellate, in tutto o in parte. Significa che l’appello è una fase di controllo fondamentale, ma loro l’appello vogliono cancellarlo».

Gli fa eco il senatore della Lega Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, che non si tira indietro: «Insieme collaboreremo a stendere delle proposte di legge che consentano di evitare processi infiniti e garantiscano il diritto alla difesa degli italiani». La parola passa alla difesa, il battagliero avvocato Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere penali. «Saremo in piazza davanti a Montecitorio con tutti gli avvocati, il giorno del voto», annuncia. Il timore è che la mannaia dei giacobini non si fermi qui. «Adesso aboliranno anche l’appello», paventa Caiazza. «Perché la competenza tecnica di chi spiega il valore della prescrizione non conta più nulla. Interessa solo dare la sensazione di una lotta contro i poteri forti, mentre sono 120.000 i processi in Italia interessati ogni anno dalla prescrizione».

Presenti all’iniziativa anche Francesco Paolo Sisto, capogruppo azzurro in commissione Affari Costituzionali, Carlo Nordio, già procuratore aggiunto a Venezia, il senatore di Forza Italia Niccolò Ghedini, Edoardo Bianchi, vicepresidente Ance, Marcella Panucci, direttore generale Confindustria, Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale. Il premier Conte da Algeri fa sapere: «Offriremo a tutte le forze politiche quindi anche a Italia Viva una riforma complessiva».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.