L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando spara a zero sulla riforma Bonafede e in una intervista a Repubblica on line detta le condizioni del Pd: «Senza un accordo su come accelerare il processo diventa inevitabile il rinvio della prescrizione». «Il problema – ha detto polemico – non è se io sono garantista, è lui a essere forcaiolo. A me interessa l’equilibrio del processo. Se la prescrizione viene bloccata dopo la sentenza di primo grado, lo Stato si deve assumere l’onere di garantire ai cittadini tempi certi del processo». L’affondo è di quelli che fanno pensare a un “aut aut”: «Non voglio ipotizzare che non si trovi un punto di equilibrio, le distanze si sono accorciate. Noi abbiamo avanzato delle proposte su come dare tempi certi al processo, se le nostre non vanno bene il ministro ne faccia però altre. Se il punto di equilibrio non si raggiunge, il rinvio conviene a tutti perché sennò si rischia di discutere la riforma in aula senza una posizione comune sulla prescrizione. Portiamo in aula la riforma penale, quella civile e del Csm, su cui siamo d’accordo, poi arriva il 31 dicembre e scatta la nuova prescrizione su cui invece l’accordo non c’è?». Orlando, dopo l’intervista on line, ha risposto su Fb alle critiche e per farlo non ha trovato di meglio che ribadire quanto anche il Pd è forcaiolo. «Ho letto – ha scritto – che c’è chi ha sostenuto che il Pd “non vuole l’interruzione della prescrizione perché vuole salvare i colletti bianchi e i politici”. 1) Il Pd ha reintrodotto il reato di falso in bilancio e introdotto il reato di auto riciclaggio. A proposito di colletti bianchi. 2) Dopo l’aumento delle pene e la sospensione della prescrizione prevista dal Pd, il reato di corruzione si prescrive in 18 anni, la concussione in 21 anni, il falso in bilancio in 13 anni, l’abuso d’ufficio in 10 anni e 6 mesi… Di che cosa stiamo parlando? I reati contro la Pa sono nella sostanza imprescrittibili».