Italia Viva coerente
Prescrizione, riforma Bonafede ingiusta: il PD ha tradito il garantismo
Partiamo da un dato di fatto. La riforma che sospende la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, voluta da Bonafede e votata dalla Lega, è già in vigore dal 1 gennaio. Ci sono stati mesi e mesi di discussione vuote e inconcludenti che hanno portato a questo risultato: una sconfitta per lo Stato di diritto e per tutte le persone che ritengono uno scempio avere una giustizia senza fine che si tramuta nel suo opposto, ossia un’ingiustizia perenne.
Ieri si è consumata in commissione giustizia una spaccatura che è ben lontana dall’essere una spaccatura dentro la coalizione di governo: piuttosto è una spaccatura tra chi ha continuato, come noi di Italia Viva, a contestare questa riforma sia quando fu approvata insieme alla Lega che oggi, pur facendo parte del governo, e il Partito democratico che ha abbandonato la sua posizione garantista e anche la sua coerenza, in nome di un astratto principio di fedeltà alla coalizione. Siamo di fronte ad un attacco ai principi base delle garanzie costituzionali, che non vengono risolte dalla tremebonda proposta di mediazione offerta dal presidente Conte che, a detta anche dei sostenitori della riforma Bonafede, distinguendo gli assolti dei condannati in primo grado scardina il principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva.
Invece leggiamo dure prese di posizione della presidente della commissione giustizia Businarolo, il cui voto è stato determinante per l’approvazione del testo dell’emendamento che sopprimeva la proposta Costa, che è arrivata perfino a invocare improbabili “sedi opportune“ dove valutare il voto di Italia Viva e le conseguenze che questo avrebbe avuto sulla tenuta della maggioranza. Adusi, probabilmente, a obbedir tacendo, i colleghi del M5S e la presidente della commissione giustizia, forse dimenticano che la sede opportuna per valutare le prove è proprio la Camera dei Deputati, quell’organo sovrano nel quale si rappresenta la volontà popolare. Altrettanto surreale è il politicismo del Partito democratico, che ha accusato Italia viva di andare a rimorchio della Lega. Difficile da dimostrare perché stanno difendendo una legge che proprio la Lega ha fatto approvare, mentre la proposta Costa avrebbe il grande demerito di ritornare alla legge voluta dall’allora ministro Andrea Orlando nei governi a guida Pd.
Un ribaltamento senza precedenti che viene gettato in pasto alla demagogia, financo tirando in ballo le elezioni regionali (come se non fossimo sempre in imminenza di qualche elezione nel nostro paese). Per usare un termine calcistico Italia Viva non tirerà indietro il piede, perché il diritto di ciascun cittadino italiano ad avere una giustizia celere e giusta viene prima delle bandiere propagandistiche di ciascun partito. Ben venga, a questo punto, anche la proposta di riforma del processo penale che ha annunciato il ministro Bonafede, la quale peraltro avuto molti mesi perché potesse essere presentata. In ogni caso nessuna riforma potrà essere efficace se per prima cosa non si provvederà a eliminare il macigno dell’ergastolo processuale e a definire una lunghezza massima per i processi. Anche per questo motivo che fin da ora aderiremo allo sciopero delle Camere penali indetto per il prossimo 28 gennaio.
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