Mentre Israele combatte la sua guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza, altri fronti si accendono nel delicato equilibrio mediorientale. E tutti legati al conflitto iniziato il 7 ottobre con l’assalto allo Stato ebraico.

Dopo i continui raid dallo Yemen ad opera delle milizie Houthi, legate a Teheran, gli Stati Uniti hanno ufficializzato l’avvio dell’operazione Prosperity Guardian. Si tratta di una task force navale internazionale a cui partecipa anche l’Italia con la fregata “Virgilio Fasan”, e che ha lo scopo di garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel golfo di Aden.

Il portavoce della forza yemenita, Mohammed Abdelsalam, ha assicurato che saranno possibili attacchi contro il traffico mercantile ogni 12 ore. La minaccia è seria, come ha dimostrato anche lo stop ai cargo nel Mar Rosso ordinato dai principali armatori mondiali: scelta che implica maggiori distanze e maggiori costi, impattando sul commercio globale.

I problemi sul fronte settentrionale

Ed è per questo che il segretario alla Difesa Lloyd Austin, dopo il suo arrivo in Israele, ha voluto confermare subito questa missione multinazionale che avrà come focus la sicurezza delle rotte. Se sul fronte yemenita si muovono le forze Usa e occidentali, a destare preoccupazione è anche il fronte settentrionale, quello della Siria e del Libano. Dopo gli scambi di colpi di razzi e artiglieria tra Siria e Israele a ridosso delle alture del Golan, ieri sono giunte notizie di raid statunitensi che hanno coinvolto le forze sciite e i Pasdaran iraniani presenti al confine con l’Iraq.

In Libano, invece, sono aumentate le voci sul pressing del governo israeliano affinché si giunga a un accordo per avere Hezbollah a non meno di sei miglia dalla Blue Line, il confine tra i due Paesi. La questione, per l’esecutivo di Benjamin Netanyahu (ma anche per l’opposizione) è di fondamentale importanza. Dall’inizio della guerra con Hamas, il sud del Libano è la base di partenza di missili contro le forze israeliane e contro i villaggi più settentrionali dello Stato ebraico. Le Israel defense forces hanno più volte colpito nel Paese dei cedri sia le postazioni di Hezbollah che delle frange di Hamas che si muovono in quel territorio.

Velivoli sospetti nei cieli di Israele

Ieri le sirene di allarme che annunciano il lancio di missili sono scattate in diversi centri dell’Alta Galilea. Alcuni velivoli sospetti sono stati intercettati dopo essere entrati nei cieli dello Stato ebraico. E le Idf hanno comunicato di avere sventato il tentativo di una cellula terroristica di infiltrarsi in territorio israeliano nei pressi del kibbutz di Hanita.

Il governo israeliano ha confermato i suoi timori anche durante la visita di Austin. Il capo del Pentagono ha esortato Hezbollah a evitare l’allargamento del conflitto in Libano, e il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha chiarito che in caso di fallimento della “soluzione diplomatica”, lo Stato ebraico sarebbe pronto ad agire per via militare. Mentre gli altri fronti continuano a preoccupare la comunità internazionale (fronti a cui si aggiunge la sempre bollente Cisgiordania), la diplomazia si muove. Dopo gli incontri tra i vertici delle agenzie di intelligence coinvolte nei negoziati tra Hamas e Israele, ieri il presidente Isaac Herzog ha detto che lo Stato ebraico “è pronto per un’altra pausa umanitaria e per altri aiuti in modo da rendere possibile il rilascio degli ostaggi”, e che la responsabilità ora è nelle mani dell’organizzazione palestinese.

Ucciso un finanziatore di Hamas

Le Idf, intanto, proseguono le operazioni nella Striscia di Gaza. Le Tsahal hanno comunicato di avere ucciso uno dei più importanti finanziatori di Hamas, Subhi Ferwana, “in un’operazione mirata nel centro di Rafah, nel sud di Gaza”. I raid e le incursioni continuano in tutta l’exclave palestinese, dove, secondo Hamas, i morti sarebbero ormai quasi 20mila. Le organizzazioni internazionali premono per un nuovo cessate il fuoco, anche dopo il richiamo di Austin per un maggiore flusso di aiuti umanitari. Mentre dalla Striscia, sono partiti nuovi razzi diretti contro Tel Aviv.