Tariffe d'asta surreali
“Prezzi non aggiornati, così le gare del Pnrr nessuno se le aggiudica”: l’allarme lanciato da Acen

Neanche il tempo di assegnare le risorse del Pnrr che gli allarmi sulla sua realizzazione sono arrivati da più parti. L’ultimo è quello lanciato dall’Associazione costruttori edili di Napoli (Acen). «C’è il rischio che le gare del Pnrr non vengano aggiudicate, con un grave contraccolpo per il nostro territorio perché a base d’asta vi sono tariffe che non hanno alcun riscontro nella realtà» ha evidenziato il presidente di Ance Napoli, Angelo Lancellotti. «Il pericolo è che il Pnrr non riesca assolutamente a decollare. Abbiamo persino chiesto, come Ance, di stralciare alcune opere pur di far partire la maggior parte di queste con prezzari aggiornati». Il rischio, infatti, è che se non si aggiornano i prezzi che continuano a salire (anche a causa delle guerra) le opere restino al palo e il rischio aumenta se parliamo della Campania che ha un record storico di opere incompiute.
Le preoccupazioni dei costruttori hanno trovato conferma ieri quando la terza sezione del TAR Lazio ha accolto il ricorso (con un’ordinanza monocratica) contro l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-settentrionale per la gara del “Primo lotto funzionale del Nuovo Porto Commerciale di Fiumicino”, sancendo la necessità che “la determinazione del prezzo a base di gara non può prescindere da una seria verifica, soprattutto nelle congiunture economiche sfavorevoli, della reale congruità rispetto alle prestazioni e ai costi per l’esecuzione dell’appalto”. La gara riguarda i lavori a mare del nuovo Porto di Fiumicino banditi il 25 marzo scorso, per un valore di circa 43 milioni di euro (42.949.309 euro per l’esattezza), per i quali le imprese Eteria Consorzio stabile – Fincantieri Infrastructure Opere marittime – Fincosit, Consorzio Integra, Rcm Costruzioni, Sacchetti Verginio srl e Savarese Costruzioni, unitamente all’Associazione dei Costruttori Edili, hanno chiesto l’intervento del Tar per l’inadeguatezza del prezzario alla base del calcolo del valore d’asta.
Ma il problema non riguarda solo il prezzo delle materie prime. Rincara la dose, infatti, il vice presidente dell’Ance Napoli, Antonio Savarese: «Vi è anche un altro rischio: che aziende in tensione finanziaria, allettate dall’anticipazione del 30% dei lavori, partecipino alle gare e si aggiudichino lavori che non saranno in grado di iniziare. Vanno piuttosto tutelate le imprese serie, che continuano a investire sul territorio, con un quadro legislativo chiaro. Altrimenti le aziende dell’Ance saranno costrette a non partecipare alle gare». Nel frattempo, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale, Andrea Annunziata, ha invocato un intervento del legislatore che «deve cominciare a fare chiarezza e dire come muoversi» alle stazioni appaltanti. «Noi avremo il problema di gare con i vecchi prezzi – ha chiarito – Non ci sono indicazioni per i nuovi prezzi e gli aumenti sono evidenti, ma ancora non sono chiarissime le norme». Da qui, la richiesta di un nuovo patto tra le stazioni appaltanti e le imprese per assicurare la spesa di risorse importanti, 400 milioni del collegato al Pnrr, pur sempre a debito.
Il timore che il Pnrr si trasformasse da occasione unica a flop era emerso anche nell’ultima relazione stilata dalla Svimez che aveva parlato di criteri di assegnazione delle risorse poco chiari e soprattutto basati sulla competizione tra i singoli Comuni e non sui reali bisogni degli stessi, della “quota Sud” del 40% in bilico, di tanti progetti ma obiettivi strategici non definiti. Un quadro tutt’altro che incoraggiante per un Sud che rischia di rimanere, per l’ennesima volta, indietro rispetto a un Nord che invece corre veloce. Per quanto riguarda le somme, alle regioni del Mezzogiorno dovrebbero andare 86 miliardi, pari al 40,8% dei 211,1 miliardi in dotazione del Pnrr e del FoC con destinazione territoriale. Insomma, una pioggia di denaro senza adeguati interventi normativi servirà a ben poco.
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