La radicale al 19esimo giorno di sciopero della fame
Prigioni illegali, Bernardini incontra Cartabia: “Proseguo il digiuno”
«Ho incontrato Marta Cartabia per consegnarle un dono di un detenuto ergastolano del carcere di Opera che ha partecipato al congresso di Nessuno tocchi Caino. – ha scritto ieri su Facebook la radicale Rita Bernardini – Una piccola tela ricamata da Antonio con i nomi delle donne che parteciparono alla Costituente e con la celebre frase di Calamandrei: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione». Arrivata ormai al 19esimo giorno di sciopero della fame, la Presidente di Nessuno Tocchi Caino ha incontrato la Ministra della Giustizia a via Arenula: «Marta Cartabia ha considerato questo dono “Straordinario. Davvero straordinario” e ha voluto che glielo consegnassi fisicamente anche per scambiarci gli auguri di Natale, cosa che ho fatto con grande emozione». Ma sul piano politico che novità ci sono? Proprio ieri la commissione sulla qualità della vita nelle carceri guidata dal professore Marco Ruotolo ha consegnato alla Ministra la relazione finale. La Guardasigilli un mese fa aveva detto che alcuni istituti penitenziari «gridano vendetta».
Bernardini lo ripete da una vita ma le soluzioni non arrivano, se non in maniera sporadica. «Sta cercando di fare tutto il possibile sugli obiettivi della mia/”nostra” azione nonviolenta – scrive la radicale sempre in relazione all’incontro – anche se non dobbiamo dimenticare che la ministra “non ha truppe in Parlamento” e che è per questo che mi sto rivolgendo a deputati e senatori. Conta molto sul lavoro della Commissione da lei istituita per migliorare le condizioni nelle carceri. Mi ha chiesto anche di sospendere lo sciopero della fame per le feste natalizie e mi ha autorizzato a rendere pubblico questo suo auspicio. Spes contra spem». Per ora Bernardini ci dice che però non sospende il digiuno. E va avanti con la sua iniziativa ‘memento’ dinanzi alla Camera «per chiedere ai parlamentari di tutti i gruppi politici cosa intendano fare per superare lo stato di illegalità delle nostre carceri, a partire dal sovraffollamento; illegalità tanto più grave con la ripresa dei contagi Covid, illegalità che genera trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei detenuti.
Con l’iniziativa nonviolenta in corso, chiediamo l’approvazione delle proposte di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata: la prima, “speciale”, chiede di elevare da 45 a 75 i giorni di liberazione anticipata ogni semestre a partire dal 31 dicembre 2015; la seconda, “strutturale”, chiede di modificare l’ordinamento penitenziario per portare stabilmente i giorni di liberazione anticipata da 45 a 60 giorni». Ieri è stata la volta dei deputati Lucia Annibali (Italia Viva), Gianni Marilotti (Partito Democratico), Enrico Costa (Azione), Riccardo Magi (Più Europa-Radicali) e dello scrittore Sandro Veronesi. A proposito di politici, Bernardini ha rivolto un invito a Matteo Salvini e Giorgia Meloni: «Io credo nella buona fede di Salvini, e anche di Meloni. Sono convinta che se venissero con me a visitare un carcere, girandolo veramente, e andando in tutti i luoghi, direbbero che non è possibile, che non si può accettare questo in Italia nel 2021».
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