Al termine di una giornata convulsa, quello che emerge è un “accordicchio” tra i quattro sfidanti. È questo il riassunto della Direzione del Partito Democratico che solo nella serata di mercoledì 11 gennaio, dopo una convocazione saltata alle 12 e poi riconvocata nel tardo pomeriggio, ha dato il via libera al documento sulle regole per il voto online, ma solo “ristretto”.

Solo un voto contrario e nove gli astenuti sul documento che certifica l’accordo tra la varie parti in campo: Elly Schlein, nettamente a favore del voto online e promotrice della svolta web, Stefano Bonaccini e Gianni Cuperlo, per un sì con forte regolamentazione, e Paola De Micheli, rimasta fino all’ultimo contrario e che non ha partecipato al voto.

La proposta votata prevede dunque che possano votare per via telematica gli elettori anziani, con inabilità personali, chi ha difficoltà ad andare ai gazebo e abita dunque in zone troppo impervie e chi sta all’estero, compresi gli studenti fuorisede.

Insomma, il criterio è quello del voto sul web per chi è impossibilitato per motivi di salute o logistici. Per votare online dall’Italia o dall’estero sarà necessaria l’iscrizione entro il 12 febbraio su un apposito form.

Una vittoria per il Pd. Rompere il muro della partecipazione con primarie online è importante per definire il profilo di un partito unito, moderno e inclusivo“, riferiscono dal comitato di Schlein.

Ma l’accordo è visto con favore anche dal grande favorito del voto interno, Bonaccini: “Sarebbe stato folle spaccare il Partito democratico e abbiamo fatto di tutto oggi per evitarlo, con grande senso di responsabilità. È molto importante che la direzione abbia confermato che il voto delle primarie sarà in presenza ai gazebo. Siamo un partito solido e radicato, una comunità, non una piattaforma virtuale. Sono previste altre e piuttosto limitate possibilità di voto per venire incontro alle giuste esigenze di chi avrebbe evidenti difficoltà a raggiungere i gazebo”.

Nessun bisogno di trattativa invece sulla data delle primarie che, come ampiamente previsto, viene spostata di una settimana rispetto alla precedente decisione: si va dunque dal 19 febbraio al 26 febbraio.

A cascata una settimana in più ci sarà per i voti nei circoli e anche per la dead line del tesseramento. Il numero delle firme da raccogliere per presentare la candidatura si riduce a 1.500/2.000, come nel congresso del 2019.

Redazione

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