Campania penalizzata dal Governo
Privacy sui vaccini, l’ira di De Luca

«Siamo in una situazione assurda per cui i presidi non possono sapere quali sono le persone vaccinate e non vaccinate nell’ambito del personale scolastico per motivi di tutela della privacy. C’è da impazzire in questo Paese. Questo è il Paese dove atti giudiziari sottoposti a segreto istruttorio vengono pubblicati a puntate sui giornali, dove la vita privata delle persone è resa pubblica con foto, filmati, servizi televisivi, dove i cittadini vengono massacrati e seguiti nella loro vita privata, in tutta Italia, da anni. Ma quando poi bisogna dare a un preside l’elenco delle persone vaccinate e non vaccinate perché possa capire la condizione di serenità e di sicurezza della propria scuola, il preside non può avere questi dati perché c’è la privacy. Ma vi pare un Paese serio questo? E cosa aspetta il Governo italiano a decidere con un decreto legge che gli elenchi del personale vaccinato e non vaccinato devono essere forniti ai presidi?».
Il presidente Vincenzo De Luca, nel tradizionale appuntamento del venerdì per fare il punto della situazione Covid in Campania, tuona contro il Governo, toccando un aspetto cruciale. Quello della privacy garantita a corrente alternata, valida per ovviare alla mancata trasparenza delle pubbliche amministrazioni e ignorata quando si tratta di sostenere indagini show o cavalcare l’onda del populismo giustizialista. «Sono cose da manicomio» commenta il Governatore, affondando la voce da diaframma aperto su un altro aspetto. Quello relativo alla distribuzione dei farmaci antivirali che il Governo ha disposto penalizzando la Campania. «A maggio avevo segnalato il mercato nero dei vaccini e fatto presente che la Campania era stata per mesi la regione con meno vaccini in proporzione alla popolazione pur essendo la regione con maggiore densità abitativa. Adesso ho la sensazione che si cominci a fare un mercato nero dei farmaci antivirali, preziosi perché consentono di decongestionare gli ospedali e curare a domicilio i pazienti non gravi. Nella distribuzione delle dosi di farmaci antivirali la Campania è stata ancora una volta penalizzata», afferma De Luca snocciolando un po’ di numeri per rendere più chiaro il senso della sua denuncia.
Alla Campania sono stati dati 480 colli di farmaci, all’Emilia Romagna 840 nonostante il milione e 300 mila abitanti in meno, nel Lazio (che ha la stessa popolazione della Campania) ben 1.680 colli, stesso numero per la Liguria, mentre la Lombardia ha avuto 1.080 colli («adeguati alla popolazione», spiega De Luca), la Toscana 1.440 colli, il Veneto addirittura 2.160. «Lo dico chiaro – aggiunge durante la diretta social – se continua così ci rivolgeremo alla magistratura penale, perché si tratta di abusi e mi fermo qui, altrimenti dovrei usare un aggettivo pesante». E conclude: «Si sono nascosti dietro un algoritmo elaborato dall’Aifa non si sa sulla base di quali motivazioni sanitarie. Io invito il commissario, il Ministero della Salute e il Governo a distribuire gli antivirali e i monoclonali sulla base della popolazione delle regioni e basta». Il suo braccio di ferro con il Governo si sposta anche sul modo con cui a livello centrale si sta gestendo l’emergenza, e in particolare sul discorso scuola.
De Luca, sostenuto da presidi e personale medico, vorrebbe ritardare la riapertura delle scuole medie e primarie di due o tre settimane perchè ritiene che non vi siano le condizioni per garantire la sicurezza. In verità è sotto gli occhi di tutti che non vi sia più nemmeno il controllo della situazione sanitaria, fra tracciamenti impossibili e caos tamponi. Uno scenario nel quale è facile che sia il populismo a farsi avanti, ancora una volta. Come quando si affrontano i temi più delicati e spinosi della giustizia e della privacy. E se si aggiunge l’opportunismo politico è la fine. Per i cittadini, ovviamente.
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