Il direttore del Riformista Piero Sansonetti in un video editoriale torna sulla vicenda del processo Consip: “Torna alla ribalta il Caso Consip e soprattutto Alfredo Romeo (editore di questo giornale, ndr). Romeo ha presentato due esposti nelle quali denuncia irregolarità che sono avvenute in questo processo. Se ne è accorto persino Il Fatto Quotidiano che da conto di come si stanno svolgendo le cose e solleva qualche domanda“.

Il direttore poi sottolinea: “Stesso il giornale di Marco Travaglio sottolinea che il processo si basa solamente sulla testimonianza di Marco Gasparri. La novità è che i processi sono due ma con un unico Pm. C’è una mole enorme di intercettazioni, circa 20mila, che però l’accusa ha usato solo nel processo Consip 1, anche contro Tiziano Renzi, Denis Verdini e Luca Lotti, e non nel Consip 2. La difesa di Romeo queste intercettazioni non ha potuto ascoltarle per anni perché il Pm aveva garanti che al loro interno non c’era nulla di interessante. Adesso, depositate le registrazioni al Consip 1, la difesa di Romeo ha potuto ascoltarle e scoperto cose clamorose“.

Sansonetti quindi fa sapere che “dalle intercettazioni si evince che la testimonianza di Gasparri non era spontanea e che le perquisizioni fatte a casa sua non erano a sorpresa. Questo fa crollare l’accusa contro Romeo. Il Fatto fa un’unica obiezione: perché Gasparri si sarebbe dovuto auto accusare? Non c’è un motivo…“.

Sansonetti conclude: “Visto che il Fatto lo chiede gli do una mano: gara Consip, vince Romeo e perde Teamservice. Scandalo, casino, Gasparri si auto accusa e coinvolge Romeo. L’appalto viene tolto a Romeo e viene dato a Teamservice. Cosa si scopre? Che Gasparri lavora per Teamservice che si aggiudica un appalto miliardario“.