Mercoledì 4 maggio la fumata bianca
Procura Antimafia, dopo tre mesi d’attesa il plenum del Csm decide tra Melillo e Gratteri
Dicono che la partita continui ad essere sempre tra i procuratori Giovanni Melillo e Nicola Gratteri, anche se a favore del primo, dalla Commissione incarichi direttivi del Csm, è arrivata una sola preferenza e a favore del secondo due preferenze. Dicono che il procuratore Giovanni Russo, il terzo candidato in corsa, potrebbe fare adesso il passo indietro che si vociferava non avesse voluto compiere prima di Pasqua quando la quinta Commissione, chiamata a indicare un nome, si era spaccata indicandone tre. Dicono che c’è grande fermento all’interno di Unicost, la corrente che si era astenuta in quinta Commissione e che mercoledì dovrà dare il proprio voto.
Dicono che c’è fibrillazione per questa nomina perché se è vero che il ruolo di capo della Procura nazionale antimafia ha un peso istituzionale notevole, è pur vero che il posto che si libererà a seguito di questa nomina è altrettanto strategico e di prestigio sul piano politico giudiziario. Negli ambienti giudiziari circolano voci, nessuna conferma. Nei corridoi di Palazzo di Giustizia di Napoli già si respira il clima delle grandi attese. Il procuratore Giovanni Melillo sarà il nuovo procuratore nazionale antimafia? L’interrogativo resterà aperto fino a mercoledì prossimo. Il 4 maggio, infatti, è fissata all’ordine del giorno del plenum la nomina del successore di Federico Cafiero De Raho che ha lasciato il posto di capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo a febbraio scorso, avendo raggiunto l’età per andare in pensione. È, dunque, cominciato il conto alla rovescia e il fermento è tanto. Anche l’attesa cresce e nessuna scelta appare scontata.
Del resto, ultimamente le nomine sono precedute da un clima di incertezza fino all’ultimo minuto. Il Csm si era diviso sulla scelta del nuovo procuratore di Milano e si è spaccato sull’indicazione del nome da sottoporre al plenum per la nomina del procuratore nazionale antimafia. Del resto, inoltre, anche chi era dato per superfavorito alla vigilia del voto in Commissione, come il capo della Procura di Napoli Gianni Melillo, non si è rivelato l’unanime scelta della Commissione. Tanto che ora il plenum dovrà votare uno fra tre candidati: Melillo, Gratteri e Russo, appunto. Melillo è dal 2017 a capo della Procura di Napoli, il più grande ufficio giudiziario d’Italia e anche il più complesso se si considera il numero e la complessità delle indagini e dei processi che si svolgono nel distretto partenopeo. Gratteri è attualmente capo della Procura di Catanzaro e spesso lo si vede in tv a partecipare a talk che trattano di processi e giustizia. Più riservato e istituzionale Melillo, dunque. Più mediatico e operativo Gratteri.
Così appaiono i due procuratori in corsa per l’Antimafia nazionale. Il terzo candidato è Giovanni Russo, procuratore aggiunto della Dna e con un’esperienza da pm a Napoli. Non si esclude la possibilità che si arrivi al ballottaggio. In ogni caso la sfida non è semplice. Sulla carta sembrerebbe che Gratteri può contare sulle preferenze di A&I e 5Stelle, Melillo su quelle di Area e Russo su Mi e i laici di Fi e Lega. Ma non tutto appare scontato in questa fase. Ci sono ancora cinque giorni di riflessioni, consultazioni. E ci sono alcuni equilibri che potrebbero cambiare. Quel che è certo è che sulla nomina del nuovo procuratore nazionale antimafia si è deciso di accelerare. L’ufficio è in attesa del capo dal 16 febbraio scorso. Il successore di De Raho sarà nominato il 4 maggio, nei due giorni successivi a Palermo, tra Palazzo dei Normanni e l’aula bunker dell’Ucciardone, si terrà la prima Conferenza internazionale dei procuratori generali a cui parteciperanno oltre 46 delegazioni: quelle dei Paesi del Consiglio d’Europa (tra cui anche l’Ucraina), dei Paesi osservatori del Consiglio d’Europa (USA, Santa Sede, Canada) e dei Paesi del Mediterraneo (Algeria, Libia, Marocco e Tunisia).
© Riproduzione riservata