Procura di Roma, slitta ancora la nomina: si continua a trattare sui nomi di Viola e Lo Voi

Ci sarà da attendere ancora qualche giorno per conoscere il nome del nuovo procuratore di Roma. Dopo mesi, ieri è finalmente iniziata al Consiglio superiore della magistratura la discussione sul futuro capo della Procura della Capitale dopo che il Consiglio di Stato aveva annullato la nomina di Michele Prestipino.

La discussione si è però rivelata più complicata del previsto dal momento che ci sono in ballo ben quattro sentenze dei giudici amministrativi: due a favore di Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, e due a favore di Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo. Viola e Lo Voi avevano presentato ricorso, vincendolo, contro la decisione del Csm del marzo del 2020 di nominare Prestipino, fino a quel momento procuratore aggiunto a Roma.

Prestipino era da sempre legato a Giuseppe Pignatone, la sua era stata una nomina “in continuità”. Visti i minori titoli dell’ex fedelissimo di Pignatone, l’unico elemento a suo favore era stato il “radicamento” territoriale, l’aver già svolto servizio a Roma e quindi essere già a conoscenza delle dinamiche criminali della Capitale.

Il “radicamento” territoriale, però, non era previsto da alcuna circolare del Csm e Palazzo Spada aveva così annullato. Prestipino non si era perso d’animo e aveva presentato dei controricorsi, assistito da Massimo Luciani, capo dei costituzionalisti e ora incaricato da Marta Cartabia di scrivere la riforma del Csm.

Il magistrato aveva presentato un ricorso anche in Cassazione, «lamentando il vizio di eccesso di potere giurisdizionale» del Consiglio di Stato, «per invasione della sfera di discrezionalità riservata al Csm su una pluralità di profili». Il Csm aveva inizialmente sposato la tesi di Prestipino, salvo poi cambiare idea senza attendere la decisione della Cassazione che aveva fissato udienza per la fine di questo mese. Il tema del giudicato amministrativo è un nervo scoperto al Csm.

Per il vice presidente David Ermini, il Consiglio di Stato deciderebbe i ricorsi dei magistrati «senza disporre di un adeguato patrimonio informativo». Per evitare un nuovo contenzioso, allora, il Csm sta procedendo con i piedi di piombo. La prossima riunione della Commissione è in programma lunedì. Il fine settimana difficilmente trascorrerà sereno. C’è da scommettere, infatti, che saranno giorni di trattative febbrili. La posta in gioco è la Procura più importante d’Italia, quella che vale come due ministeri.