«I bambini non torneranno a scuola fino a quando non avranno sicurezza». Molti genitori degli alunni della scuola media “Marino Guarano” mostrano tutta la preoccupazione e il triste stupore generati dall’omicidio del professor Marcello Toscano avvenuto martedì nel cortile della scuola. I genitori degli studenti stanno organizzando una manifestazione che dovrebbe aver luogo il tre ottobre, si discute sull’opportunità di far rientrare i propri figli nelle classi e sull’utilità di adottare misure più stringenti per tutelare la sicurezza all’interno della scuola, come l’installazione di metal detector all’ingresso. «La situazione sta degenerando», è il commento di molte mamme. «In soli sei mesi qui è successo di tutto, adesso sinceramente ho paura. Tuteliamo i nostri figli».

Il riferimento è ai due episodi avvenuti a maggio: un tredicenne accoltellato in classe da un coetaneo e una ragazzina di undici anni aggredita da una compagna di scuola nei bagni dell’istituto. «Ci ritroviamo tutti ad affrontare sia il dolore per la perdita del nostro amato collega e professore Marcello, che la preoccupazione per i nostri figli, per il nostro quartiere e il loro futuro. In questi momenti di precarietà è legittimo sentire vacillare le nostre certezze, ma non lasciamo che la violenza ci faccia perdere fiducia nelle istituzioni». Marina Riccio, preside dell’istituto Guarano, interviene con questo messaggio a rassicurare tutti, genitori degli studenti in primis. Lo fa con una lettera che è stata poi rilanciata sui social.

«Siamo educatori – scrive il dirigente scolastico – e come tali continueremo a svolgere il nostro lavoro, ad accompagnare i nostri ragazzi sulla strada della legalità e a condannare qualsiasi forma di violenza. Come preside, posso garantire che faremo in modo di migliorare i sistemi di vigilanza e sicurezza, ma so bene che non basteranno telecamere o allarmi a placare completamente i timori di noi tutti. La violenza è purtroppo una presenza dei nostri tempi ma non dobbiamo mai stancarci nel ribadire che è una strada da non percorrere. Voglio perciò invitare tutti, la nostra scuola, le famiglie, gli enti pubblici, la nostra comunità e il nostro quartiere, a lavorare insieme per creare una rete di valori sociali per far crescere i nostri ragazzi e insegnare loro e a noi adulti ad avere il coraggio di credere nella legalità e ad avere fiducia nel lavoro delle istituzioni».

Quello della fiducia è sicuramente un sentimento che va recuperato, c’è ovviamente bisogno di un impegno corale. La situazione è estremamente delicata. Intanto sul fronte giudiziario prosegue l’indagine die carabinieri coordinati dalla Procura di Napoli nord. Probabilmente oggi si terrà l’udienza di convalida del fermo del collaboratore scolastico accusato dell’omicidio volontario dell’insegnante. a seguire, forse già lunedì, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della vittima.  Gran parte dell’indagine ruota attorno alle tracce di sangue individuate su alcuni abiti del bidello e recuperati dai carabinieri nella sua casa, e attorno alle tracce ematiche presenti nei pressi del deposito all’interno del cortile della scuola non distante da dove il cadavere del professore è stato poi ritrovato. Quanto al movente, si ipotizza una questione economica legata a un prestito che il collaboratore domestico avrebbe chiesto al docente forse per avviare un’attività commerciale. Anche su questo aspetto ci sono accertamenti e verifiche in corso.

«Marcello era votato al rapporto umano fatto di ascolto e di accoglienza verso il disagio sociale laddove si raccolgono valori reali e di riconoscimento per la figura del professore», scrive sulla pagina social un collega dell’insegnate di sostegno assassinato in maniera efferata, martedì in tarda mattinata, molto probabilmente nel cortile dell’istituto mentre nelle classi alunni e docenti facevano lezione. «Chi ci darà la sua risata che si diffondeva nei corridoi? Ho sempre scorto il sorriso sul volto di Marcello anche nei momenti apparentemente bui, e sarà così anche ora… mentre in televisione parlano di lui lo immagino in quella risata che lo ha sempre contraddistinto e nello stupore per la violenza che gli è stata riservata».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).