Ucciso con almeno 5 coltellate: c'è un buco di 7 ore
Professore ucciso a scuola, le ultime ore di Marcello Toscano: la lezione, la posizione Whatsapp e le tracce di sangue
Ucciso con almeno cinque coltellate all’addome con il corpo ritrovato dietro a un cespuglio nei pressi di un piccolo edificio dove in passato viveva il custode della scuola. E’ giallo sul brutale omicidio di Marcello Toscano, il professore di sostegno di 64 anni trovato cadavere nel cortile dell’edificio dove insegnava, la Marino Guarano di Melito (Napoli), poco dopo le 21.30 di martedì 27 settembre.
C’è un buco di sette ore con gli inquirenti che stanno provando a ricostruire le ultime ore di vita del 64enne, originario di Mugnano e in passato consigliere comunale in quota Pd. Toscano ieri mattina era a scuola per le lezioni. E’ stato in aula fino alle 13 poi da qui iniziano i mille interrogativi.
L’uomo non è tornato a casa e dalle 15 è stato più volte chiamato sul cellulare dai familiari. Poi alle 19 il figlio Ciro si è recato dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. Passano due ore e l’altra figlia, Ezia, segnala ai militari dell’Arma la presenza dell’auto del genitore nel parcheggio all’esterno della scuola. I militari hanno fatto aprire i cancelli al custode (che non vive nello stesso edificio dove si trova la scuola) e dopo aver ispezionato tutti i locali hanno ritrovato il corpo del 64enne dietro un’aiuola, a poca distanza dall’edificio dove in passato abitava il custode.
Proprio nei pressi di questo edificio sarebbero state trovate tracce di sangue che potrebbero essere riconducibili alla vittima anche se sarà l’esame del Dna a cristallizzarlo. In caso contrario potrebbero appartenere invece a chi ha ucciso o partecipato all’omicidio del docente. Tracce ematiche che sono state trovate a pochi metri dal cadavere: non è presente una scia di sangue, quindi presumibilmente il corpo non è stato trascinato. Nessuna traccia anche del coltello utilizzato da chi ha ucciso il professore.
In attesa degli accertamenti della Scientifica, i carabinieri hanno ascoltato numerose persone che hanno incontrato Toscano nella mattinata di ieri. Dalla preside ai colleghi docenti passando per i collaboratori scolastici agli stessi alunni. Ascoltati anche i familiari, a partire dalla moglie. Si scava nella vita personale del 64enne anche se per il momento non è emerso nulla di rilevante su possibili controversie sia in ambito lavorativo (rapporti turbolenti con alunni) che privato.
Resta anche da capire come mai nessuna delle persone presenti all’interno della scuola media si sia accorta della presenza del cadavere. Non è chiaro a che ora è avvenuto l’omicidio: gli investigatori, coordinati dalla procura di Napoli nord, lavorano su quel lasso di tempo (15-21.30) dove Toscano non rispondeva alle telefonate dei familiari. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti all’esterno della scuola.
Sconcertanti le parole di un altro docente, Andrea Cipolletti, che insegna in una scuola nel vicino quartiere di Scampia ed era amico della vittima: “Non so cosa sia successo ma potrebbe essere stata una nota a scatenare l’ira di qualche ragazzo o qualche genitore”, dice a LaPresse il docente salvo poi smentire la circostanza in altre interviste rilasciate successivamente. Sempre a LaPresse ha poi aggiunto: “Marcello a mezzogiorno ha chiesto a un suo collega di insegnargli a mandare la posizione tramite WhatsApp, probabilmente si sentiva in pericolo”. Parole sulle quali sono in corso accertamenti dei carabinieri a lavoro per verificare se Toscano avesse rivelato qualcosa ai suoi colleghi poche ore prima di essere ucciso.
In queste ore da più parti si invoca la presenza dello Stato in un territorio, come quello di Napoli nord, sempre più a rischio. Tuttavia occorre ricordare che nella stessa scuola tra marzo e maggio scorso si sono registrati ben due episodi di violenza: prima una ragazza picchiata in bagno da alcune coetanea, poi un 13enne ferito da un’arma bianca alla schiena in classe. Episodi allarmanti che però non hanno portato istituzioni locali e nazionali ad intervenire concretamente per rendere la scuola un posto più sicuro.
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