Dal 31 dicembre dagli Sprar alla strada
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Dal 31 dicembre i comuni, nelle già difficili condizioni in cui lavorano anche a causa delle festività, si troveranno a fronteggiare la gestione del freddo stagionale e il disagio sociale, che in inverno – come noto – aumenta. La circolare riprende, come già accennato, quanto previsto dal decreto sicurezza e non tiene conto della recente sentenza della Cassazione che ha definitivamente certificato la non retroattività della legge, che quindi non può applicarsi ai progetti d’accoglienza avviati prima dell’ottobre 2018. Le persone e le famiglie con titolo di soggiorno per ragioni umanitarie presenti nei centri Siproimi, rientrano tutte in questa categoria, poiché dopo l’ottobre del 2018 questo titolo di soggiorno non è più stato emesso dalle questure.
Auspichiamo un intervento urgente del governo per scongiurare una crisi che metterebbe in grave difficoltà le persone e gli enti locali, titolari dei progetti, oltre alle organizzazioni che li gestiscono per conto dei comuni. L’Arci intende opporsi con ogni mezzo alla sciagurata ipotesi che migliaia di persone e famiglie con minori possano essere abbandonate per strada in pieno inverno, senza concludere un percorso di inclusione sociale e lavorativa, come previsto dai progetti.
Chiederemo ai Comuni di presentare ricorso nell’eventualità che a questa circolare seguano, nei riguardi delle persone ospiti delle strutture, provvedimenti di rifiuto individuali della proroga dei progetti di accoglienza, come previsto dal decreto ministeriale che regola la presenza dei rifugiati nelle strutture d’accoglienza.
La situazione è aggravata da una seconda circolare del servizio centrale diramata ieri, che dispone dal 31 dicembre il trasferimento nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) dei richiedenti asilo attualmente ospiti nei centri ex Sprar. In tantissime province, però, i bandi per la gestione dei Cas sono andati deserti, questo significa che le persone potrebbero essere trasferite anche a molti chilometri di distanza e costrette a lasciare città dove magari hanno iniziato faticosamente a costruire percorsi di inclusione. Se quindi dovessero rifiutare il trasferimento, finirebbero anche loro in strada.
Il governo e la maggioranza farebbero bene a chiudere la stagione della persecuzione e della criminalizzazione dei migranti, che ha portato e porta vantaggi solo alla destra xenofoba e a cancellare tutti quei provvedimenti propagandistici, a partire dai due decreti sicurezza e dall’accordo con la Libia, che avevano l’unico obiettivo di indicare lo straniero come nemico e raccogliere facili consensi.
*Responsabile immigrazione Arci
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