Non può essere eliminata dalla norma la valutazione discrezionale del pericolo di reiterazione dei reati o di fuga, requisito imprescindibile per poter accedere ai benefici penitenziari e che costituisce il nucleo essenziale dei provvedimenti del giudice di sorveglianza. Inoltre devono essere posti in essere tutti i dispositivi per garantire la sicurezza e la salute di tutto il personale che lavora all’interno delle strutture penitenziarie e degli stessi detenuti, con rafforzamento degli organici del personale sanitario che lavora all’interno degli Istituti e con previsione di speciali misure sanitarie di prevenzione del contagio (es. tampone ai soggetti asintomatici).

Va previsto un piano straordinario di assunzioni per la Polizia Penitenziaria e anche per altri profili professionali (es. educatori e psicologi) indispensabili all’interno del sistema penitenziario in questo delicato momento con aumento esponenziale della conflittualità e della gestione del disagio mentale aggravato dallo stato dei ristretti. Sono stati sospesi dai giudici di sorveglianza i benefici dei permessi premio per coltivare gli affetti familiari e del lavoro all’esterno e sono stati limitati i colloqui con i familiari per contenere l’emergenza epidemiologica).

Occorre poi un serio e straordinario (ed immediato) coordinamento con le Regioni per l’organizzazione del sistema sanitario all’interno delle case circondariali e di reclusione del territorio, che necessita in questo periodo di nuove risorse e di una strategia finalizzata a questa emergenza sanitaria.

Purtroppo però leggendo la bozza del decreto non trovo le risposte coraggiose auspicate, ma norme manifesto che ripropongono l’assetto giuridico già in essere da dieci anni e che non ha prodotto sino ad oggi l’auspicato superamento del sovraffollamento negli Istituti penitenziari. A breve se il Ministro non interverrà si trovera a gestire una grave emergenza sanitaria anche nel settore penitenziario. Quindi Coraggio Ministro, uniti ce la faremo ma ascolti tutti.

 

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