Ieri si è concluso uno di tanti processi Ruby contro Berlusconi. Voi sapete che in tutto il mondo civile è possibile processare una persona una sola volta per lo stesso fatto. In questo caso il fatto consiste in uno o più inviti a cena ad alcune ragazzi e in particolare a Ruby. In Italia però – e in particolare se si tratta di Berlusconi – si fa un’eccezione e resta stabilito che si può processare la stessa persona per lo stesso fatto anche una decina di volte, o comunque tutte le volte che servono se non si riesce ad ottenere una condanna.

Nessuno più sa esattamente quanti siano i processi- Ruby. Tre o quattro sono i principali, poi alcuni di questi processi sono stati spacchettati e distribuiti in processi stralcio in varie parti d’Italia. Finora nessuna condanna. Sempre assolto.

Il processo di ieri si svolgeva a Roma. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, poi il Pm ha guardato le carte e ha capito che c’era qualcosa che non andava. Berlusconi era accusato di aver pagato il suo amico Apicella, circa 150 mila euro, per mentire a proposito delle cene con Ruby e non ammettere che c’era stato sesso. Prova della manigolderia era un versamento di circa 150 mila del cavaliere all’amico Apicella nel 2012, e cioè all’epoca di uno dei primi processi Ruby. Il Pm però si è accorto che quel versamento era di parecchi anni prima. E ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Pluff. Processo finito, dopo appena una decina d’anni.

Molti soldi spesi, molto tempo, molto fango su Berlusconi. Il quale ieri era piuttosto soddisfatto perché ha migliorato ulteriormente il suo record che già era assai invidiabile anche se difficilissimo da “conteggiare”. Quello di ieri era probabilmente il centesimo processo contro l’ex premier e solo in un caso (che però è contestatissimo e ora è al giudizio della Corte europea che potrebbe ribaltare la sentenza) è stato condannato. Il record migliorerà ancora nei prossimi mesi perché i processi Ruby continuano…

P.S. Dice che ieri alla redazione del “Fatto Quotidiano” ci fossero musi lunghi. Mah…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.