Il governo butta la croce sull’Europa
Protesta trattori, la luna di miele di Lollobrigida con Coldiretti, l’odore del sangue di Salvini e Meloni che teme il palco di Sanremo
Il tentativo risulta ridicolo visto che Lega e FdI hanno votato le norme per la cui cancellazione adesso esultano. Nessuna parola sulle vere richieste dei trattori italian
La protesta dei trattori rischia di scappare di mano. E il governo di farsi male. Per vari motivi. Ne indichiamo qui almeno tre. Il primo: la luna di miele del ministro Lollobrigida con Coldiretti, e quindi i grandi produttori, e il suo front man Prandini non rappresenta e non comprende i piccoli produttori che da nord a sud stanno confluendo molto arrabbiati e armati di trattori verso Sanremo, nella Capitale e nelle grandi città regione per regione. Il secondo: il vicepremier e il ministro Salvini, a suo tempo e quando era in auge un altro grande sponsor di Coldiretti, sente l’odore del “sangue” – del consenso – e cavalca la protesta contro il suo stesso governo e contro se stesso in Europa, un testa coda di rara spettacolarità. Il terzo: Giorgia Meloni, di ritorno in nottata dal Giappone, è in difficoltà, non ha vere risposte da dare, non ha soldi da destinare, non può ripristinare i tagli di tasse e gli incentivi, può solo inseguire Ursula von der Leyen e le sue promesse ma poi deve fare i conti con il fatto che i Conservatori europei, il gruppo politico da lei presieduto, esprimono il commissario all’agricoltura (un polacco) che ha firmato l’ultimo accorso sulla PAC (politica agricola comune) che ha messo in ginocchio i piccoli allevatori che hanno marciato su Bruxelles, da una settimana in tutta Italia e adesso su Roma, e poi in Spagna, Belgio, Grecia, Germania.
È complicato il mondo dell’agricoltura. Tanto quanto è importante per la bilancia commerciale europea del food e del wine. Qui conviene dire almeno una cosa: i finanziamenti europei per l’agricoltura nel quadriennio 2023-2027 (386 miliardi) vanno per la maggior parte alla grande produzione. Ai piccoli restano le briciole e sono schiacciati da regole che giudicano troppo severe e da una filiera di prezzi imposta dall’alto e dal basso che loro stessi subiscono. E con loro anche noi consumatori finali che paghiamo sempre troppo caro il carrello della spesa.
La protesta è iniziata in Germania (con il paradosso dei piccoli produttori dell’ovest contro le grandi aziende dell’est del paese) e in Francia, è diventata notizia europea giovedì scorso con i trattori arrivati fin sotto la sede del Consiglio europeo a Bruxelles e da allora prosegue soprattutto in Italia, Spagna e Grecia. In Italia la protesta ha molte teste e altrettanti luoghi. Il più importante ha fatto base nei campi intorno al raccordo a nord e a sud della Capitale. Ieri sera si contavano circa trecento trattori, arrivati soprattutto dal centro Italia, ma venerdì – il giorno di quella che chiamano la “marcia su Roma” – potrebbero arrivare a più di mille. La trattativa è in corso con la prefettura della Capitale. “Noi vogliamo fare le cose regolari. Se però non ci dovessero autorizzare, faremo partire un trattore ogni cinque minuti” ha spiegato Salvatore Fais, uno dei portavoce. A 20 km/h, più di mille mezzi, vuol dire bloccare il raccordo e quindi l’ingresso e l’uscita dalla Capitale. Giorno indicato, tra giovedì e venerdì. Quando Giorgia meloni sarà appena tornata dal Giappone e poi da L’Aquila (anniversario del terremoto).
Trattori, Amadeus invita la protesta a Sanremo, Palazzo Chigi frena
Un altro centro della protesta sarà Sanremo: Amadeus e Fiorello hanno invitato una delegazione sul palco dell’Ariston. Palazzo Chigi ha tremato e frenato. Si sta lavorando su chi andrà su quel palco. Gli agricoltori avvertono: attenzione che magari non saranno dei nostri. Il timore è che vada qualcuno di Coldiretti. Sono previsti raduni di trattori in varie città: Alessandria, Asti, Avellino, Foggia, Milano, Potenza, Teramo, Bologna dove ieri sera circa duecento trattori hanno presidiato il casello autostradale a Castel San Pietro Terme. Nel frattempo si muove la politica. Almeno ci prova. Ma non basta. Anche perché è tutto molto ridicolo. La sensazione è che, almeno in questa fase, possa vincere la campagna elettorale. Gli agricoltori non sono ingenui e non abboccano.
Agricoltori, marcia indietro Ue su pesticidi
Ursula von der Leyen ieri ha annunciato la marcia indietro sulla direttiva Ue che riduceva l’uso dei pesticidi in agricoltura. “Bisogna vedere cosa accadrà realmente comunque non basta a calmare gli animi degli agricoltori” ha commentato scettico Salvatore Fais, portavoce del Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo e di base in queste ore sulla Nomentana. Sempre Bruxelles ha annunciato lo stop al Mercosur, l’intesa di libero scambio tra la Ue i principali paesi sudamericani. La Commissione ha congelato l’obbligo di mettere a riposo almeno il 4% delle superfici coltivate per poter ottenere gli aiuti Ue. Nel pacchetto anche la riduzione degli oneri amministrativi e nuovi sussidi. Annunci che hanno fatto esultare governo e maggioranza. “È una vittoria anche italiana” ha detto Meloni dal Giappone. “’Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre” il commento di Salvini. Il governo cerca di buttare la croce sull’Europa. Ma il tentativo risulta subito ridicolo visto che Lega e Fratelli d’Italia hanno votato le norme per la cui cancellazione adesso esultano. Soprattutto il governo non dice una parola sulle vere richieste dei trattori italiani: rivogliono la decontribuzione Irpef e i finanziamenti ai giovani agricoltori che la legge di Bilancio ha invece tagliato. E su cui l’Europa non c’entra nulla.
© Riproduzione riservata