"Se non si muore di Covid si muore di fame"
Proteste a Roma, manifestanti vogliono entrare alla Camera: “Fateci passare”
Tira un vento insolito a Roma. Davanti a Montecitorio fa da sfondo a una manifestazione di trecento persone che si sono date appuntamento in rete. Un vento che strappa quasi le bandiere tricolori che una dopo l’altra si sono aggiunte davanti a Montecitorio.
Protestano i ristoratori, gli unici ad avere avuto l’autorizzazione della Questura. Poi si sono aggiunti altri che come loro pretendono che la politica decida di riaprire tutto e subito; gruppi spontanei, no-Mask, elementi della destra romana. Premono contro le transenne poste dalla polizia a guardia della piazza. La fronteggiano, la polizia, a male parole.
Vola qualche oggetto, uno sgabello di plastica. Ma non è più il vento. O forse sì, quello che viene da Capitol Hill: spunta infatti un emulo italiano di Jack Angeli. Ha la pelliccia sul petto e le corna da vichingo, e grida più degli altri. Una carica di alleggerimento laterale provvede ai primi due fermi di polizia, ammanettati a terra alla sbrigativa.
“Fateci entrare!” è il grido di battaglia. Arriva anche Vittorio Sgarbi, lo applaudono e lui improvvisa un discorso: “Ci chiudono, ci affamano. Se non si muore di Covid si muore di fame”. È solo un segnale, forse. Ma la sensazione è che la gente non tenga più, per molti la sopportazione è esaurita e la tenuta sociale è messa sempre più a dura prova.
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