La nipote della Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, è stata arrestata per aver sostenuto le proteste in corso nella Repubblica islamica da oltre due mesi dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane 22enne morta a settembre mentre era in custodia della polizia per non aver indossato correttamente il velo.
L’attivista Farideh Moradkhani, come ha denunciato su Twitter il fratello Mahmoud Moradkhani, anche lui oppositore del regime e attualmente in Francia, è stata portata in carcere dopo essersi recata presso l’ufficio del procuratore per scontare un ordine del tribunale di Teheran.
La nipote dell’ayatollah, figlia della sorella di Khamenei, Badri, e dello sceicco Ali Moradkhani (noto come Ali Teherani) che dopo la Rivoluzione guidata da Khomeini nel ’79 diventò un dissidente e trovò rifugio in Iraq, era già stata arrestata nel gennaio scorso. La ‘colpa’ dell’attivista 36enne era stata quella di aver recitato poesie in onore di Farah Pahlavi, moglie di Mohammad Reza Pahlavi, deposto shah di Persia.
Il 14 ottobre 2021 aveva inviato un messaggio con una poesia dedicata a lei dedicata: “Cara regina e madre della mia patria! So che tornerai e porterai la luce per spezzare l’oscurità della notte“.
Farideh Moradkhani era stata quindi rinchiusa nel carcere di Evin, noto per le condizioni disumane in cui versano i suoi ‘ospiti’ e per essere il principale centro di detenzione per gli oppositori del regime, salvo poi essere rilasciata su cauzione nel maggio scorso.
Le proteste e gli arresti
Nella stessa giornata in cui è stata arrestata la nipote dell’ayatollah, a finire in manette è stato anche un britannico-iraniano nella provincia di Isfahan, accusato dal regime di aver condiviso informazioni con canali di notizie con sede all’estero.
A riferirlo sono stati media statali iraniani, citati da Arab News. “L’Organizzazione di intelligence delle Guardie rivoluzionarie ha arrestato un cittadino britannico-iraniano che comunicava con la Bbc e Iran International”, ha detto il telegiornale nazionale della Repubblica islamica dell’Iran, prima di aggiungere che la persona in questione è nata in Gran Bretagna.
Nel Paese intanto proseguono le proteste e la repressione. Epicentro degli scontri e delle manifestazioni sono le città curde, per questo sottoposte a raid delle forze di sicurezza di Teheran, anche con l’utilizzo di armi pesanti contro la folla.
Secondo l’Onu, 14.000 persone sono state arrestate durante le proteste. Le Nazioni unite chiedono che l’uso “non necessario e sproporzionato” della forza in Iran cessi quanto prima.