Il cambiamento
Protezione civile, l’arrivo di Curcio è una vera svolta

Il secondo tempo del cambiamento del governo si è manifestato in questi ultimi giorni con il cambio ai vertici dei Servizi, con la nomina di Gabrielli e con la sostituzione di figure che negli ultimi tempi si erano lasciati dietro commenti non sempre positivi: l’onnipresente commissario Arcuri, finalmente sostituito con il generale Figliuolo. Tra questi, Angelo Borrelli, diafana figura quella dell’ex capo del Dipartimento di Protezione civile, ai più nota per la sua presenza in tv dove leggeva agli italiani pagine di numeri.
Gravoso impegno contabile quello della lettura dei dati, poco adatto al vertice di un Dipartimento che in tempi passati ha goduto di ben altro prestigio. Al suo posto la competenza certa di Fabrizio Curcio, ingegnere che torna al Dpc dopo un’assenza di qualche anno. Senza retorica ormai consunta, l’avvicendamento in questo tempo di emergenza avviene in un momento denso di opportunità (a saperle cogliere) per la Protezione Civile. La finestra che si apre è occasione per il Dipartimento proprio per le decisioni che il governo ha varato, tutte comunque finalizzate alla ripresa. A fronte dei grandi temi di sistema del Paese e vista la possibilità che gli eventi presentano, è la Protezione civile che viene a trovarsi oggi a fare i conti con la sua storia e con il futuro del suo possibile nuovo ruolo da ripensare.
I finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati alle riforme e agli investimenti che l’Italia vuole realizzare con i fondi europei richiedono anche da parte delle strutture dello Stato nuovi adattamenti e in taluni casi una totale riconfigurazione conforme all’impianto sistemico del Pnrr. In questo caso, al Dpc si apre l’opportunità di rilanciare il suo ruolo a vocazione sistemica, aggiornato ai mutamenti in atto nel mondo (climatici, ambientali e antropologici) nei confronti di un nuovo modo di pensare la protezione, la pianificazione e la funzionalità territoriale nel suo complesso. Azioni che non possono per un futuro sostenibile, dove l’integrazione e la funzionalità dei servizi strutturali è indispensabile, limitarsi all’intervento seppur fondamentale dell’assistenza e del soccorso ex post. Sussiste infatti una vasta gamma di nuove competenze da interpretare sulla base della prevenzione, della prevedibilità e dell’intervento sulle quali impegnare la presenza scientifica e proattiva del Dpc, indispensabile a raccordare trasversalmente l’attività dei ministeri in capo a cui saranno incardinate le diverse competenze.
Tra le principali macro-missioni emergono oltre alle infrastrutture e i trasporti, la rivoluzione verde e la transizione ecologica. Nei fatti significa risanamento territoriale e ambientale dove la presenza del Dipartimento può attuare metodologie e azioni per prevenire la insostenibilità e l’inefficienza predisponendo e concordando innovativi piani di azione in grado di rendere coerenti i nuovi obiettivi con quelli più datati ma ancora disattesi della prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, in vista di una nuova logica della prevenzione. Una presenza qualificata, quella Dpc, a fronte della necessità di verifica e controllo nei momenti strategici di definizione delle linee decisionali riguardanti il territorio nazionale. Una partecipazione alle scelte del massimo efficientamento del sistema delle reti materiali (Pnt) e immateriali in vista dello sviluppo su reali basi di sostenibilità ed efficacia.
La pianificazione del territorio, i piani urbanistici, l’apparato logistico e intermodale del sistema trasportistico, laddove il Dipartimento avrebbe da esprimere un suo più informato e competente punto di vista orientando le scelte opportune in funzione di una attenzione assoluta agli aspetti della prevenzione e della funzionalità dei servizi. L’orizzonte della ripresa italiana deve passare al più presto anche attraverso questo tipo di aggiornamenti, trasformando in modo non retorico, ma nei fatti, ciò che si presenta come un problema per l’Italia in una grande opportunità di cambiamento. In meglio.
© Riproduzione riservata