Per i 113 migranti a bordo della Ocean Viking di Sos Méditerranée il ‘porto sicuro’ è a Ravenna. Novecento miglia nautiche (1650 km) da percorrere in quattro giorni di navigazione. La notizia si è diffusa mentre il titolare del Viminale Matteo Piantedosi stava decidendo la destinazione degli uomini e delle 23 donne, alcune delle quali incinte, e dei circa 30 minori non accompagnati , di cui 3 neonati (uno dei quali ha solo 3 settimane).

In un primo momento sembrava che l’imbarcazione della ong dovesse dirigersi a La Spezia, poi il cambio di rotta e l’indicazione del porto romagnolo alla banchina del terminal crociere. Una ‘crociera’ che non fa altro che prolungare la sofferenza di tutta quell’umanità che si trovava sul gommone alla deriva nel Mediterraneo, a largo delle coste nordafricane, in gran parte proveniente da Costa d’Avorio, Nigeria, Guinea, Camerun e Mali, il cui arrivo è previsto per il 31 dicembre. Dalla ong si dicono “sollevati” per i migranti soccorsi ma allo stesso tempo “preoccupati” per eventuali altre imbarcazioni in difficoltà: “Perché in questo momento – sottolinea Sos Medsiamo l’unica nave ong operativa in mare”.

Costringere la Ocean Viking a sbarcare a Ravenna fa parte della nuova strategia annunciata dal governo Meloni per scoraggiare l’attività delle ong. Il Viminale si appresta a varare un regolamento che costringerà le imbarcazioni umanitarie a effettuare un solo salvataggio alla volta, obbligandole a lunghi tragitti verso il porto di sbarco. Ma le ong gestiscono attualmente appena l’11% degli sbarchi totali che avvengono in Italia.

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